Pensiamo di conoscere alla perfezione i nostri bambini, vivendoli istante dopo istante. E invece i nostri piccoli riescono sempre a stupirci.
La loro mente, soprattutto, nei primi anni di vita è in piena fase di sviluppo e nasconde sorprese e fantasie. Quali?
Ecco le 4 cose che non sai sul pensiero infantile!
1 – Nativi digitali: l’evoluzione si legge nel pensiero infantile
La digitalizzazione ha segnato un cambiamento generazionale. Il cervello dei nostri bambini, plastico e malleabile, sarà plasmato da questa potente innovazione, evolvendosi naturalmente al passo con i tempi. I cervelli dei nostri bambini, quindi, saranno diversi dai nostri.
2 -Amico immaginario: un compagno del pensiero infantile
Non spaventatevi se il vostro bambino parla con un amico immaginario: sta solo cercando di allenare le proprie doti relazionali e sociali, per sviluppare empatia. Un modo sano per imparare a capire gli altri, lavorando di fantasia. Un’attività consapevole: già a partire dai 5 anni, infatti, il piccolo sa distinguere benissimo la realtà dall’immaginazione.
3 – Distratti o attratti?
Vostro figlio è distratto? O è semplicemente attratto da elementi dell’ambiente esterno da cui sente di poter imparare qualcosa? Secondo recenti studi del pensiero infantile, i bambini che faticano a concentrarsi su un argomento, spesso lo fanno perché non riescono a resistere a stimoli esogeni più coinvolgenti e comunicativi.
4 – “Perché?”: una costante del pensiero infantile
Alzi la mano chi non ne può davvero più di rispondere alla raffica dei “perché” dei bambini. Tra i 3 ed i 5 anni la loro voglia di scoperta è massima: in media un bambino in età prescolare pone oltre 70 domande all’ora. Il loro obiettivo? Ottenere risposte concrete. Secondo uno studio della Michigan University di fronte ad una risposta soddisfacente e articolata, solo l’1% dei bambini porrà di nuovo la stessa domanda. Preferite risposte causali – che esplorano la causa e la radice di un evento – piuttosto che fattuali – concentrate sulla spiegazione circoscritta del perché.
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