L’ansia di essere una buona mamma unita alla pressione dei consigli non graditi ci fanno sentire inadeguate, ci tengono in apprensione più del dovuto, ma ci sono almeno 5 cose di cui le mamme possono smettere di preoccuparsi.
Le preoccupazioni di una mamma
Essere genitore è meraviglioso, ma difficile. Ci scontriamo tutti i giorni con bambini che hanno bisogno di attenzioni e che dobbiamo educare per farli crescere nel migliore dei modi. L’ansia aumenta, poi, quando arrivano altre mamme, suocere, nonne, amiche ed estranee a dare consigli non richiesti e farci sentire sempre più inadeguate.
Costringiamo le nostre piccole creature ad avere dei comportamenti attesi secondo gli standard degli adulti. È così che si creano conflitti, preoccupazioni, paragoni inutili, invidie e gelosie. Per iniziare a preoccuparvi di meno pensate che quello che serve ai figli è semplice: un riparo, del nutrimento e tanto amore! Il resto sono solo chiacchiere…
5 cose di cui smettere di preoccuparsi
- Il tempo davanti allo schermo: non bisogna lasciarli certamente ore e ore davanti alla tv o al tablet o a smartphone, ma non serve stare in ansia se guardano dei video o giocano! L’importante è selezionare per loro programmi adatti e visionarli insieme e utilizzare questi momenti per imparare.
- Mangiare cibi diversi: i piccoli hanno bisogno di tempo sia per imparare a gustare nuove pietanze sia per decidere cosa gli piace. Quindi rispettate i loro gusti e siate certe che cambieranno: l’importante è farli mangiare sano.
- Condivisione: se i bambini non vogliono condividere i loro giochi non ne fate un dramma: per loro è del tutto innaturale dare le proprie cose. I genitori, però, possono trasformare quest’atteggiamento gradualmente facendo da intermediari e favorendo uno scambio.
- Salutare le persone: se il bimbo non saluta non si tratta di maleducazione, potrebbe essere solo timido o avere un timore per l’estraneo o semplicemente è una sua decisione personale di non voler ricambiare un saluto. Dargli l’esempio è fondamentale, con il tempo imparerà.
- Traguardi: alcuni bambini iniziano a camminare prima di un anno, altri a parlare già a pochi mesi e c’è chi conosce le tabelline prima delle elementari. Non c’è nessuna gara da fare, ogni creatura ha i suoi tempi di crescita e non bisogna forzarli. Se non rispetta gli standard imposti da altri non significa che è sbagliato e in ogni caso basta chiedere al pediatra che può indicare se esistono eventuali problemi fisici o di apprendimento.
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