Uno dei problemi che affligge la maggior parte dei neogenitori è trovarsi di fronte al proprio bimbo in lacrime e non capirne il motivo. Partiamo innanzitutto dal presupposto che per un neonato il pianto è il suo mezzo di comunicazione privilegiato: piangendo il bebè comunica ai genitori i suoi bisogni e il suo umore.
Quando il bambino viene al mondo capisce immediatamente, attraverso urla e lacrime, che è in grado di richiamare l’attenzione di papà e mamma. Col tempo, poi, si accorge che può esprimersi egregiamente anche con il viso, attraverso smorfie e sorrisi, e dopo qualche mese anche con le prime accennate forme di linguaggio vocale.
Perché sta piangendo?
Per capire il pianto di vostro figlio esistono degli indizi abbastanza comuni alla maggior parte dei bambini, ma in ogni caso dovrete sempre affidarvi al vostro istinto.
- Quando ha fame: ve ne accorgete perché, prima di piangere, il bebè inizia a produrre dei rumori simili a piccoli colpi di tosse. Dopo poco appare il pianto “classico”, inizialmente breve e poi più lungo.
- Quando si sente solo: emette dei rumori molto sottili e simili a versetti, che cessano non appena il bebè è preso in braccio.
- Quando ha sonno: il pianto ha un andamento quasi standard. Prima il neonato fa tre brevi lamenti, cui segue un pianto molto forte e due respiri brevi. A questo punto inizia a piangere molto forte e, se non s’interviene subito, da lì a poco il bimbo si calma e si addormenta quasi all’improvviso.
- Quando ha le coliche: non si tratta di un comune pianto ma di autentiche urla, molto acute e che iniziano all’improvviso.
- Quando sente caldo: in questo caso il pianto è simile a un respiro affannoso e solo dopo pochi minuti inizia il pianto vero e proprio.
- Quando sente freddo: il labbro inferiore comincia a tremolare e il pianto è piuttosto forte.
- Quando sta male: la tonalità del suo pianto dopo qualche minuto tende a diminuire, come se il bambino non avesse più le forze di piangere.
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Giacomo Eusepi
Massimiliano Pagliaroto