Se da un lato l’economia rallenta e lo spauracchio della crisi non manca di essere agitato, c’è un settore che invece di crisi non ne conosce, tutt’altro: parliamo del biologico, un’etichetta che è diventata un po’ lo slogan dei nostri tempi, votati a ripensare comportamenti e stili di vita in chiave green.
I numeri di quello che potremmo definire un “successo secondo natura” sono stati presentati in questi giorni al “Sana” di Bologna, il Salone internazionale del biologico e del naturale. Ma qual è l’identikit di questo nuovo settore, in forte crescita, del mercato?
Per l’Italia, gli ultimi report parlano di un fatturato di oltre 2,6 miliardi nel 2014, e la previsione per il 2015 è ancora più rosea: nel nuovo anno, infatti, il mercato del biologico è cresciuto a ritmi del +20% circa.
Dietro i numeri e le statistiche, si nasconde una rivoluzione che passo dopo passo sta entrando nelle nostre case, cambiando le nostre abitudini alimentari, orientate – stando ai numeri – verso un maggior consumo di derivati dei cereali e ortaggi sia freschi che trasformati.
Interessante notare che questi dati si riferiscono solo al consumo domestico di alimenti biologici, mentre le percentuali sarebbero probabilmente maggiori se si allargasse il discorso a ristoranti, bar e mense scolastiche.
Ma dove si acquista di più il biologico?
In testa c’è il Nord Italia, a seguire Centro e Sud. I canali privilegiati restano quelli della grande distribuzione (discount, supermercati, ipermercati), al secondo posto i negozi specializzati, mentre percentuali molto più basse spettano a mercatini, gruppi di acquisto solidale e e-commerce (10%), farmacie (5,1%), parafarmacie ed erboristerie (0,6%).
Cosa si acquista?
Se i generi alimentari la fanno da padrone, nell’universo biologico crescono anche gli acquisti per prodotti legati all’igiene personale (10%); più indietro, invece, i prodotti per la cura della casa (1,4%) e degli animali domestici (0,3%).
E voi cosa ne pensate di questa rivoluzione green? Anche la vostra lista della spesa da oggi è un po’ più bio?
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