I risultati di una ricerca condotta dalla Società Italiana Di Ginecologia e Ostetricia ha confermato l’intuizione di molti: sempre meno mamme in età giovane e boom di maternità dopo i 40.
Un dato che può raccontare tanto dei fenomeni socio demografici che investono il nostro Paese.
Da un lato, una storia positiva, ottimista e costruttiva. I dati riportati dall’osservatorio ci parlano di una femminilità sempre più consapevole, di un incremento della sensibilità che la maternità comporta e di una maggior coscienza dell’importanza di avere un figlio. Una situazione che apre spiragli importanti di progresso femminile e che racconta una donna giovane più responsabile ed attenta alla propria salute, desiderosa di attendere il momento giusto per godersi pienamente ed in completa libertà l’arrivo del suo bambino.
Dall’altro lato, però, complici anche gli ultimi fatti che si sono verificati tra i corridoi delle grandi multinazionali, dove colossi industriali propongono alle proprie dipendenti di congelare i propri ovuli a spese dell’azienda, la realtà può avere un retro della medaglia alquanto amaro. Posticipare la gravidanza oltre i 40 anni può significare, in alcuni casi, temporeggiare fino all’ultimo momento ritenuto biologicamente utile, per cercare affannosamente di raggiungere la condizione lavorativa più stabile e proficua prima di affrontare il grande passo, che potrebbe significare la fine della carriera. Un quadro che, se così fosse, mostrerebbe quanto le donne stesse abbiano introiettato la visione della maternità come un handicap lavorativo, cercando di rinviarla quanto più possibile per non inficiare il resto della propria vita in ufficio.
È bene sottolineare, però, che la maternità over 40 è assolutamente naturale, non presenta particolari controindicazioni e, grazie alla crescente diffusione del fenomeno, viene gestita con sempre maggior semplicità da tutti i professionisti del settore.
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