Pare proprio che sia così: i brutti voti a scuola non sono da imputare a uno scarso impegno in classe ma piuttosto al ritmo circadiano. Una giovane ricercatrice italiana pubblica uno studio che potrebbe spiegare perché i risultati scolastici dei nostri figli non sono molto brillanti.
Il ritmo circadiano influenza il rendimento scolastico
Lei è Giulia Zerbini, una ricercatrice italiana di 30 anni originaria di Povo che sta per concludere il suo dottorato a Groningen (Olanda) ed è l’autrice di uno studio molto interessante pubblicato su Scientific Report di Nature. La giovane ha portato a termine un’accurata indagine scientifica che ha preso in esame oltre 40.000 voti scolastici raccolti durante un intero anno accademico. Il fine ultimo della sua ricerca era quello di dimostrare la sussistenza di una stretta correlazione tra rendimento scolastico e ritmi circadiani e dai dati raccolti pare proprio che questo rapporto sia evidente. Dallo studio infatti è emerso che i bambini che vanno a letto più tardi la sera hanno un rendimento scolastico meno buono dei loro colleghi con una vita più regolare e sono spesso rimproverati per cattiva condotta.
Orari scolastici più flessibili ai ritmi circadiani
Come sappiamo il ritmo circadiano dipende non solo dal ciclo naturale del giorno e della notte ma anche dagli stimoli esterni (come la temperatura ambientale o la luce solare) e dalle abitudini quotidiane.
Questi stimoli sono fondamentali per la regolazione dell’attività celebrale poiché, in base al nostro orologio biologico, il corpo rigenera le cellule e produce gli ormoni indispensabili per lo svolgimento di tutte le nostre attività quotidiane. Il ritmo circadiano tuttavia è assolutamente personale e, nonostante ciò, la società tende ad imporre a tutti gli stessi orari, senza considerare le differenze individuali di ognuno di noi. Non tutti infatti siamo pronti e scattanti la mattina alle 8, eppure la scuola stabilisce degli orari standard che spesso vanno a discapito degli studenti più “nottambuli”.
In base ai risultati dello studio, inoltre, è stato dimostrato che il massimo distacco tra chi ha un ritmo “mattiniero” e uno “serotino” avviene alle 8.15 e si azzera intorno alle 15. Proprio per questo motivo la scuola dovrebbe tenere conto di questo gap e agire di conseguenza, modulando i propri orari in base a queste differenze. In America ad esempio la scuola prevede degli orari flessibili in cui le lezioni avvengono sia la mattina che il pomeriggio e gli studenti possono avvicinarsi alle materie nelle modalità e con i tempi a loro più consoni.
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