Piange, piange e piange! E voi non sapete che fare!
Il pianto del neonato è il suo unico strumento per comunicare uno stato di disagio al mondo esterno: decodificarlo è spesso molto difficile, così come calmarlo nel modo giusto. Con il risultato che, se protratto per lungo tempo, il pianto ininterrotto può essere molto preoccupante – e snervante – per i genitori.
Ma siete davvero sicure di averle provate tutte per calmare il pianto del vostro piccolino?
Tecniche per calmare il pianto del bebè
Ecco alcune tecniche, a tratti semplici a tratti più curiose, per provare a tranquillizzare il neonato e a farlo smettere di piangere.
- Il rumore bianco: quando il vostro bambino era nella pancia, sentiva un brusio costante di sottofondo dato dai rumori del mondo filtrati dal liquido amniotico. Per calmarlo, talvolta può essere utile ricreare quell’atmosfera, generando un rumore bianco, come quello fatto dall’aspirapolvere, dall’asciugacapelli o da un ventilatore impostato alla minima potenza!
- Il potere del massaggio: sarà il contatto con la pelle dei genitori, sarà il piacere del tocco delle mani sul corpo, sta di fatto che secondo numerose ricerche i bambini che vengono massaggiati costantemente sono più rilassati e calmi. Se il vostro piccolo è agitato e piange disperato, provate a spogliarlo ed a massaggiargli gentilmente la pancia, la schiena, le gambine ed i piedi.
- Cullarlo a pancia in giù: soprattutto se il pianto deriva da coliche gassose, provate a metterlo a pancia in giù, sorreggendolo con l’avambraccio, e cullatelo massaggiandogli il ventre e piegandogli le gambe, per favorire la fuoriuscita di aria.
- La fascia: spesso, lasciare il bambino piangere nella sua culla o nel suo passeggino non ha alcun effetto, se non quello di agitarlo ancora di più. Il motivo? Spesso il pianto deriva da un bisogno di contatto materno. La soluzione? La fascia, in questi casi, fa miracoli! Stretto a voi, il piccolo si sentirà sicuro, contenuto e protetto, oltre che molto amato.
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Alberto Marchini Bruno Bolzoni Eugenia Risari