Un problema che preoccupa molti genitori è quello di notare, nel proprio bimbo, un’incapacità di concentrazione sulle cose che stanno facendo. Le prime avvisaglie nascono, tendenzialmente, dall’età della scuola materna in su, quindi dai 3 anni. Come riconoscere facilmente i sintomi e aiutare i nostri bambini a sviluppare una capacità di concentrazione maggiore senza preoccuparci troppo?
I sintomi della scarsa concentrazione
I genitori che si preoccupano dell’incapacità di concentrazione dei propri bimbi notano, principalmente, alcuni comportamenti che sembrano loro sospetti:
- si stanca subito di un gioco e, dopo pochi minuti, passa ad un altro o va a cercare i genitori già annoiato
- si distrae continuamente
- non è in grado di fare i compiti da solo: perde tempo, giocherella e va continuamente ripreso e invitato a concentrarsi
- appare iperattivo: passa da un’attività all’altra nel giro di pochi minuti, senza concluderne nessuna.
Tutto questo è preoccupante?
In età prescolare e scolare, è assolutamente normale un comportamento del genere. I bambini piccoli, fino ai 9-10 anni, hanno una soglia di attenzione molto bassa: si stima che, un bambino che inizia le elementari, quindi a 6 anni, sia in grado di dedicare tutta la sua attenzione ad un concetto solo per 10 minuti. Perché, allora, è importante educare la concentrazione dei bambini? Fisiologicamente è normale che un bambino non si sappia concentrare. Tuttavia, è importante che mamma e papà inizino, fin dall’età della scuola dell’infanzia, a mettere a punto delle piccole strategie per educare i bimbi alla concentrazione. Se non si interviene così, infatti, il bimbo potrebbe trovarsi in difficoltà a scuola, quando dovrà per forza dedicarsi per ore all’ascolto. Se non è abituato, per lui potrebbe essere un evento addirittura traumatico.
Come aiutare i bambini a concentrarsi?
Le regole da seguire sono poche e semplici:
- ogni giorno dedicarsi alla concentrazione per 10 minuti. I bambini più piccoli possono essere invitati ad ascoltare una breve favola, stando seduti ed attenti, della quale poi si chiederà un piccolo riassunto. Quelli più grandi possono essere invitati a colorare una pagina di un libro senza alzarsi o interrompersi a fare altro, e quelli che vanno a scuola, a fare i compiti. È importante offrire un ambiente tranquillo, silenzioso e rilassante.
- tenere sempre presente che, fisiologicamente, i bambini non riescono a concentrarsi per lungo tempo: concedere, quindi, delle pause, ogni 10-15 minuti al massimo
- incoraggiarli: è importante, mentre stanno svolgendo bene il loro compito, notarlo e lodarli. È sconsigliato, invece, sgridarli: si rischia che così facendo associno i compiti e la concentrazione a qualcosa di sgradevole, che porta solo il rischio di punizioni
- perseverare: non sarà una cosa semplice, soprattutto con i bimbi più vivaci, ma bisogna insistere.
Poco concentrati ma più intelligenti
La consolazione è che, secondo i pediatri, i bambini incapaci di concentrarsi sono più intelligenti: pare che i bimbi curiosi, interessati al mondo, reattivi e cerebrali facciano fatica a dedicare la loro attenzione alla stessa cosa per molto tempo. Per questo motivo, dopo poco, hanno già bisogno di cercare nuovi stimoli, che soddisfino la loro intellettività.
La giusta alimentazione per la concentrazione
Un pasto leggero e nutriente aiuta la concentrazione e tiene alta la soglia di attenzione mentre cibi pesanti, ricchi di grassi, tendono a provocare sonnolenza e svogliatezza. Se il bambino fa fatica a concentrarsi durante il pomeriggio, per svolgere i compiti, è bene non offrirgli merende troppo elaborate ma scegliere qualcosa di digeribile e sano: frutta, the con qualche biscotto secco o una fetta di pane con la marmellata.
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