Figlio maschio o figlio femmina? Non è un dilemma che colpisce tutte le mamme, ma c’è chi preferirebbe crescere un figlio maschio e chi invece una figlia. I motivi possono essere diversi, alcuni fanno parte di luoghi comuni e concezioni antiche, altri sono pure preferenze.
Concepimento: “Voglio un figlio maschio”
Partiamo da una premessa importante. Concepire un figlio e decidere il suo sesso è impossibile. Ci si affida a calcoli e statistiche, ma la vera natura del bambino spetta ai cromosomi X e Y. I cromosomi di tipo X sono di tipo femminile, quelli di tipo Y di tipo maschile. Questo significa che se l’ovulo viene fecondato da uno spermatozoo X, la mamma partorirà una femminuccia, se di tipo Y si concepirà un maschietto.
I genitori che vorrebbero un figlio maschio possono affidarsi al calcolo del periodo fertile e iniziare a “programmare” una gravidanza mesi prima. L’ideale è avere rapporti sessuali molto vicini al periodo dell’ovulazione e questo per una questione di cromosomi. Alcune statistiche hanno stabilito che gli spermatozoi di tipo maschile Y sono più veloci rispetto a quelli femminili X, più piccoli e meno longevi. Questo significa che sopravvivono meno nelle vie genitali della donna.
Come crescere i figli maschi
Il terapista familiare Steve Biddulph offre un ottimo prontuario per i genitori su come crescere figli maschi in base alle diverse fasce di età. Ve ne proponiamo alcune:
– 0 -3 anni: i figli maschi sentono molto di più il distacco dalla mamma. Per questo è importante lasciarsi andare alle coccole, senza irritarli o farli soffrire della sindrome di abbandono.
– 3- 5 anni: questo è il periodo della scoperta, in cui sperimentano ogni cosa e si divertono a conoscere il pericolo, soprattutto nel gioco. È importante mettere dei paletti, utilizzare fermezza e rigidità per imporre le regole principali dell’educazione. Allo stesso tempo è fondamentale stimolare la sua capacità di linguaggio.
– 6 anni: i figli maschi dall’età di sei anni tolgono fuori tutta la loro mascolinità e hanno bisogno di essere seguiti da una figura maschile (solitamente il padre) che li aiuti a mitigare il testosterone che inizia a circolare nel corpo. Vogliono giocare a fare la lotta, cambiano il loro carattere e diventano più irrequieti e rumorosi. È importante dare nuovi stimoli, come ad esempio le attività sportive, ma anche condividere con il bambino nuovi giochi e momenti padre-figlio.
Il rapporto tra la mamma e il figlio maschio
Il rapporto che si crea tra la mamma e il figlio è sempre speciale, a prescindere dal sesso. Con un figlio maschio, però, l’attaccamento del bambino è amplificato e attiva meccanismi tanto dolci quanto preoccupanti se il legame si trasforma in morbosità.
Fin dalla nascita, il legame simbiotico che si crea tra madre e figlio è uno dei momenti più belli da conservare nella propria vita, ma anche il più difficile da gestire. Per il figlio maschio, la mamma è la figura di riferimento dei primi anni che con il tempo cede il posto alla figura del papà; la mamma è tutto il suo mondo. Per quanto sia bella e speciale, la dipendenza di un figlio piccolo verso una mamma, con l’andare del tempo non fa bene ad entrambi. Il compito più difficile di una madre è educarlo e fargli conoscere l’autonomia a piccoli passi, aiutarlo a non dipendere completamente da lei come donna e madre.
Come per ogni cosa e per ogni rapporto personale, imparare a dosare le emozioni forti che creano legami morbosi è importante per convivere all’interno di una famiglia felice e serena.
Il video della settimana
Beatrice Guerra
Sembra facile messa così 😂😂😂 SinSinagra Raffaella
Facilissimo 😅
Io non doserò mai l’amore per il mio maschietto!💙
Articolo del cavolo..
Mi scuso per il termine ma la reputo comunque una stupidaggine stereotipata
Roberta Vendemiati
Come non sopporto sti stereotipi italiani
Ma che cagata
Ma nn avete nient altro da scrivere? Mah
Dalila Sara Morleo, Michela de Cristofaro, Consuelo Paletti