Capire come si trasmette il gruppo sanguigno dei genitori al bambino è non solo interessante ma anche utile, perché ci fa comprendere alla perfezione come si trasmettono i caratteri ereditari. Infatti nostro figlio eredita una parte delle caratteristiche del padre è una parte delle caratteristiche della madre e lo vediamo anche ad occhio nudo: basta tenere conto dell’altezza, del colore e della forma degli occhi, solo per citare un paio di caratteristiche.
La classificazione del gruppo sanguigno
Per quanto riguarda il gruppo sanguigno c’è da a specificare innanzitutto che il sistema di classificazione è quello A B ZERO e poi tenere conto della presenza o dell’assenza degli antigeni Rh.
Ognuno di noi ha due alleli del sistema: e nello specifico gli esseri umani possono essere: AA, A0, AB, BB, B0, BA, 00. Come vedete il gruppo è dato da due caratteristiche incrociate tra A, B, 0.
Ai nostri figli trasmettiamo una sola parte di queste caratteristiche, mentre l’altra verrà dal compagno o dalla compagna: quindi il gruppo sanguigno di nostro figli è PER FORZA l’incrocio tra il nostro e l’altro gruppo sanguigno.
La trasmissione del gruppo sanguigno ai figli
Per quanto riguarda il fattore Rh esso indica la presenza o meno di un antigene sulla superficie dei globuli rossi. Ecco come si trasmette dai genitori ai figli:
Genitore 1: Rh+, Genitore 2: Rh+, figlio: Rh+/-.
Genitore 1: Rh+, Genitore 2: Rh-, figlio: Rh+/-.
Genitore 1 Rh-, Genitore 2: Rh-, figlio: Rh-.
Come possiamo vedere si tratta quindi di combinazioni matematiche: in base al gruppo sanguigno dei genitori è già possibile prevedere quali possono essere i gruppi sanguigni che potrebbero capitare al piccolo.
Chiudiamo con qualche numero. I gruppi sanguigni in Italia sono distribuiti così: 0+ (40%), A+ (36%), B+ (7,5%), 0- (7%), A- (6%), AB+ (7,5%), B- (1,5%) e infine AB- (0,5%).
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