Ci vantiamo spesso di essere la patria della dieta mediterranea eppure, stando ai dati forniti dagli ultimi studi sul rapporto fra gli italiani e il cibo, c’è poco da star tranquilli.
I problemi nascono in tenera età, e infatti il nostro paese registra (con oscillazioni fra Nord, Centro e Sud) una percentuale del 25-30% di bambini in sovrappeso, mentre se parliamo di obesità vera e propria siamo al 13%.
Quando l’educazione alimentare non basta oppure arriva troppo tardi, la speranza di liberarsi dai pericolosi chili di troppo passa dalla medicina. In particolare, all’ospedale Bambin Gesù di Roma è stata messa a punto una nuova metodologia, meno invasiva e più efficace, per combattere l’obesità infantile: si tratta di un palloncino inserito nella parte alta dello stomaco non per via endoscopica, ma semplicemente attraverso la deglutizione, perché prima di arrivare in pancia ha la forma di una pastiglia (pesa appena 6 grammi).
Il palloncino viene ingoiato con facilità dal bambino, come fosse una caramella, e solo nel momento in cui giunge nello stomaco il medico lo gonfia soffiando azoto con un tubicino molto sottile, senza arrecare nessun dolore al piccolo, che avverte soltanto la sensazione di “bolle che si muovono”. Il funzionamento è lo stesso dei palloncini tradizionali che agiscono riducendo il senso di fame, con il vantaggio però che in questo caso scompare quel fastidioso peso sullo stomaco legato alle vecchie metodiche, oltre al fatto che si può combattere precocemente l’obesità intervenendo già su pazienti che presentano un indice di massa corporea compreso fra 30 e 35 (in passato, invece, simili interventi erano possibili solo per indici superiori a 35).
A esser curati con questa tecnica finora sono stati undici fra bambini e adolescenti dai 10 ai 17 anni – che nei casi più gravi raggiungono un peso di addirittura 130 chili –, ma prima di arrivare in pediatria il palloncino che s’ingoia era già stato usato anche per il trattamento degli adulti.
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