Questa è la storia di una bambina malata di cancro che, a causa delle sofferenze fisiche e mentali con le quali ha convissuto per due lunghi anni, è riuscita a entrare in profondo contatto con la propria spiritualità, esprimendo concetti e pensieri estremamente saggi e inusuali per la sua età. A ricordarla con amore e commozione è l’oncologo portoghese Rogério Brandão, che, dalla sua piccola paziente, ha imparato cosa sono la morte e la nostalgia.
Nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Pernambuco si incontrarono diversi anni fa il Dr Rogério Brandão e una bimba di 11 anni dagli occhi vispi e profondi, ricoverata a causa di un male incurabile.
Il medico, data la sua lunga esperienza in quel dipartimento, aveva visto volare in cielo tanti piccoli pazienti e, col tempo, soprattutto in seguito alla nascita della sua prima figlia, aveva cominciato a provare un soffocante sentimento di impotenza e di disagio di fronte a tanto dolore e a tanta ingiustizia. Eppure fu proprio quell’estemporaneo incontro con quella bambina speciale a cambiare le carte in tavola.
Malgrado fosse indebolita dalle innumerevoli manipolazioni e dalle pesanti terapie a cui era regolarmente sottoposta e nonostante talora fosse sovrastata dalla paura, la piccola non si perse mai d’animo.
Un giorno mi disse: “La nostalgia è l’amore che rimane”
Un giorno, ricorda il Dr Brandão, durante il suo usuale giro di visite, trovò la bimba da sola nella propria stanza. La piccola gli confessò che la sua mamma si era allontanata in corridoio per piangere senza essere vista e che era consapevole del fatto che dopo la sua morte, sarebbe stata colpita da un sentimento di nostalgia ancora più intenso e profondo.
Dopo una breve pausa la bambina, guardandolo fisso negli occhi, gli disse: “Io non ho paura di morire, non sono nata per questa vita”. Con un filo di voce, allora, il Dr Brandão chiese a quella piccola donna cosa fosse per lei la morte e, senza esitazioni, lei gli disse: “Un giorno dormirò e mio Padre verrà a prendermi. Mi risveglierò in casa Sua, nella mia vera vita!”.
“E cosa mi dici tesoro” – proseguì il medico – della nostalgia che proverà la tua mamma?”. La piccola, a questo punto, gli ha offerto una risposta che l’oncologo ha impresso per sempre nel proprio cuore: “La nostalgia non è altro che l’amore che rimane”. A tanti anni di distanza dalla morte di quella bambina, Brandão, ancora oggi, la ricorda come una preziosa maestra di vita.
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