Durante lo svezzamento, il bambino sembra attraversare dei momenti di inappetenza: svogliato e capriccioso, il bimbo decisamente non gradisce quello che vien proposto. È naturale che ogni mamma si preoccupi se il proprio figlio non mangia, ma spesso basta poco: variare semplicemente gli alimenti proposti può essere la soluzione per superare un momento di noia del bambino verso i soliti sapori. Con l’introduzione di nuovi cibi il più delle volte il problema è risolto e l’armonia torna a tavola.
Fra gli alimenti più graditi ai piccoli, c’è la crescenza: tenera e dal sapore familiare (molto simile al latte), con tanti bambini è amore a prima vista. Fortunatamente, la crescenza si può introdurre nella dieta relativamente presto (attorno ai 10 mesi), inizialmente in aggiunta alle pastine e ai preparati, in seguito in maniera autonoma, come un saporito secondo.
Per farne apprezzare al meglio il sapore, è bene toglierla dal frigo circa mezzora prima del pasto; sui banchi del supermercato troviamo quella prodotta industrialmente, se possibile cerchiamo di acquistare quella senza additivi aggiunti.
È meglio consumare tutta la crescenza presente nella confezione in una volta sola, al massimo entro uno o due giorni dall’apertura, dopo aver controllato che sulla superficie non ci siano macchie giallognole e che non abbia cambiato sapore.
A livello nutrizionale, è ricca di acqua e non contiene troppi grassi, è ricca di vitamina A ed E.
Per tutta la famiglia, la crescenza è ottima anche combinata in risotti o usata per preparare la tipica focaccia di Recco, da prepararsi anche in vista di un pranzo al sacco.
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