Diversi anni fa, quando un bambino soffriva d’asma lo si riconosceva a prima vista. Solitamente era il più gracile, con un aspetto perennemente malaticcio, con un inalatore sempre in tasca e sistematicamente all’angolino, mentre tutti gli altri bambini giocavano all’aperto con la palla.
Fortunatamente oggi siamo lontani da questo stereotipo, grazie soprattutto ai nuovi studi effettuati e alle nuove conoscenze mediche acquisite. Oggi un bambino con l’asma può fare praticamente le stesse cose che fanno i bambini non affetti dal disturbo, compreso lo sport, che anzi è consigliato, ovviamente con delle semplici precauzioni da prendere prima di praticarlo.
A supporto di questo concetto si è espresso il Dr. Alfredo Boccaccino, Direttore sanitario dell’Istituto “Pio XII” Onlus di Misurina, l’unico Centro di eccellenza in Italia per la cura e la riabilitazione in alta quota delle malattie respiratorie pediatriche. Secondo il medico, infatti, non vi sarebbe alcuna ragione per negare la pratica di attività sportiva ai soggetti asmatici se la malattia è tenuta sotto controllo. Non solo, anche le persone, bambini e adolescenti, soggetti a broncospasmo da esercizio, possono praticare sport, purché sotto controllo medico e qualora i sintomi della malattia siano ben tenuti sotto controllo.
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Bambini asmatici, meglio lo sport a media altitudine
Praticare attività sportive non solo non è dannoso, ma arreca diversi benefici ai bambini asmatici, soprattutto a quelli affetti anche da problemi di obesità. Fare sport in altitudine, a media quota per l’esattezza, è il massimo del beneficio per questi bambini, basti pensare che anche gli atleti professionisti trascorrono periodi di allenamento in montagna.
Il perché lo si deve al fatto che il soggiorno prolungato in quota favorisce la modificazione di elementi biochimici, come lo stesso Dr. Boccaccino afferma. L’alta quota fa bene al respiro poiché le molecole dei gas che compongono l’aria sono più distanti tra loro (difatti l’aria è rarefatta in quota, e dunque più leggera). In questo contesto migliorano i flussi respiratori, i quali riducono il lavoro del nostro apparato respiratorio, affaticandolo meno.
Non è tutto. Grazie all’esperienza pluridecennale dell’Istituto “Pio XII” Onlus di Misurina, è stato dimostrato che i bambini asmatici, con la riabilitazione in alta quota dalle malattie respiratorie pediatriche, migliorano sensibilmente le loro performance anaerobiche, facilitando dunque l’inizio di un’attività sportiva.
Quali precauzioni si devono prendere e quali sport praticare
Sostanzialmente si potrebbe fare qualsiasi tipo di sport, si può perfino competere ad alto livello, purché si osservino alcune precauzioni.
Per prima cosa si deve effettuare un giusto riscaldamento muscolare, un po’ più lungo rispetto a quello che potrebbe effettuare un bambino non asmatico. È importante evitare gli sforzi a freddo, ovvero senza aver fatto riscaldamento. Si dovrebbe inspirare col naso ed espirare con la bocca, in modo da umidificare correttamente l’aria inspirata.
Resta inteso che lo sport va scelto in base alla gravità dell’asma: chi ha un’asma stabile può tranquillamente fare del nuoto, ma ci sono anche diversi bambini che frequentano l’Istituto Pio XII a Misurina che durante l’estate partecipano a delle vere e proprie mini olimpiadi gestite dagli educatori.
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Fare pratica sportiva per un bambino asmatico è anche un ottimo modo per stabilire delle buone relazioni sociali senza sentirsi “diverso” o “escluso”. A sottolineare questo punto è la Dr.ssa Alberta Xodo, psicologa e psicoterapeuta al Pio XII, che spiega come lo sport non debba solo essere inteso come esercizio fisico, ma anche come una possibilità di gestire le dinamiche all’interno di uno spogliatoio, acquisendo così competenze sociali e apprezzando vittorie e sconfitte gestendole nel corretto modo.
Articolo sponsorizzato da Istituto “Pio XII” Onlus per la cura e la riabilitazione in alta quota delle malattie respiratorie pediatriche
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