“Mio figlio dice già mamma, papà, nonna!” Risatina di sfida: “E il tuo parla?“
A chi non è capitato di essere coinvolta in una discussione del genere? Più o meno è successo a tutte, solo che se tuo figlio parla normalmente, puoi interagire senza difficoltà, ma se tuo figlio ancora non dice che pochissime parole e ha quasi due anni i dubbi si insinuano nella tua mente.
Ma quanto è giusto farci condizionare da questa cosa, ovvero, quando è veramente il caso di preoccuparci e parlare di disturbi del linguaggio?
A che età si può parlare di disturbi del linguaggio
Iniziamo col dire che tutti i bambini hanno tempi differenti, quindi se il mio ha iniziato a parlare a a 28 mesi non è detto che anche per il tuo debba essere così. Potrebbe iniziare molto prima o qualche tempo dopo ed esplodere in un fiume di parole tutto in una volta.
Tuttavia vi sono dei parametri inerenti la classificazione dei disturbi del linguaggio che bisognerebbe per lo meno tenere presenti, perché se sottovalutati possono portare anche a dei deficit non solo nel linguaggio, ma anche per quanto riguarda l’apprendimento, decisamente importanti.
Diciamo quindi che attorno ai due anni il bambino dovrebbe iniziare a pronunciare un certo numero di parole, anche molto semplici, ma se ci si avvicina ai tre anni e il bambino ancora non pronuncia nessuna parola, o pochissime, è bene intervenire velocemente e chiedere il consulto di un logopedista.
Perché è importante trattare da subito i disturbi del linguaggio
L’intervento precoce è fondamentale perché secondo quanto asserito dalla dottoressa Maria Cristina Caselli, dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del CNR, se a due anni si tarda a parlare, è molto probabile presentare dei disturbi del linguaggio.
Potrebbe essere che il bambino ha delle lesioni cerebrali, oppure disturbi più lievi che però vanno comunque trattati con il corretto approccio per evitare conseguenze più serie durante la crescita.
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