Come ogni anno è arrivato il momento di accendere il riscaldamento. Per legge, gli edifici pubblici e le abitazioni private, a partire dal 15 ottobre, possono alzare la temperatura del termostato e “dare una sfiammata” ai caloriferi. Ma, se pensiamo che la maggior parte della abitazioni in Italia sono in classe energetica G, che consuma molto più di un suv, (solo in Lombardia le statistiche parlano di una casa su due), occorre realmente fare attenzione ai nostri consumi.
Quello dei risparmio energetico, quindi, diventa un obiettivo da perseguire per tutto il periodo invernale. Non solo per il costo della bolletta, ma anche per ridurre l’inquinamento e abbassare le emissioni.
L’Italia è tra i fanalini di coda a livello europeo su sostenibilità ambientale e risparmio energetico. Una casa italiana, infatti, consuma in media da due a tre volte in più rispetto a una casa a Berlino, Vienna o Parigi. In che modo, allora, ci possiamo allineare agli standard europei, abbassando i consumi e conseguentemente la cifra sulla nostra bolletta?
Prima di tutto, assicuriamoci che i termosifoni siano liberi, senza tende davanti o mobili che istruiscano l’emissione di calore. Evitiamo di aprire le finestre quando la caldaia è in funzione, per non rischiare spiacevoli perdite di energie.
Facciamo attenzione alla temperatura. Per ogni tipo di edificio, sia pubblico che privato, i massimi gradi consentiti sono 20. Per ogni grado in più, la bolletta aumenta dal 7%. Se abbassiamo di un grado la temperatura media dell’abitazione, stabilizzandola sui 19°, potremmo risparmiare ancora, attrezzandoci piuttosto con un maglione in più.
Assicuriamoci che i caloriferi funzionino correttamente, che siano sfiatati, che non presentino bolle d’aria e che non emettano rumori insoliti. Installando delle semplici valvole termostatiche su ogni termosifone si potrà impostare un grado di calore in ogni stanza a seconda delle esigenze (ad esempio maggiore in salotto, minore nelle camere). In questo modo il risparmio sarà del 10-15%. Ove possibile, facciamo ricorso alle nuove tecnologie. Con una caldaia a condensazione, ad esempio, si può raggiungere un risparmio del 35%, mentre con una pompa di calore si riesce ad arrivare anche al 60%.
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