Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore al dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Milano si occupa di prevenzione in età evolutiva e ha scritto numerosi libri sull’argomento. Uno di questi si intitola “Educare alle Emozioni“, e tratta il complesso argomento dello sviluppo emotivo dei bambini, e di come noi genitori possiamo “educarli”a gestire le loro emozioni.
Una sfida impegnativa
Educare i bambini a gestire la propria sfera emotiva è un compito davvero complesso. I genitori, i nonni e tutti gli adulti che sono un punto di riferimento per i bambini dovrebbero essere in grado di insegnar loro a controllare il proprio bagaglio di emozioni: solo così i bambini di oggi potranno diventare adulti capaci di relazionarsi con gli altri in maniera equilibrata e serena.
Alla base di tutto ci sono l’amore e l’attenzione verso la felicità dei bambini.
Le emozioni iniziano fin dalla pancia della mamma
I bambini iniziano a coltivare il proprio corredo emotivo già quando sono all’interno del grembo materno. Fin dai primi mesi di vita, quindi, il modo che gli adulti hanno di relazionarsi con il bambino getta le fondamenta della sua competenza emotiva.
Un altro momento fondamentale per l’educazione emotiva del bambino sono i cosiddetti “terribili due“, coè il periodo che va dai due ai tre anni di età: un momento in cui il bambino testa i propri limiti e sfida i genitori e dove la loro risposta alle sfide lanciate dal figlio è fondamentale per gettare delle basi solide per la sua stabilità emotiva.
Non serve essere dei supergenitori
Per educare i bimbi ad acquisire la giusta stabilità, non occorre essere in possesso di competenze specifiche; bisogna, piuttosto, essere buoni ascoltatori e cercare di capire qual’è lo stato emotivo del bambino, cercando di fare chiarezza dentro di lui.
I genitori non devono mostrarsi arrabbiati, stanchi e confusi, ma decisi e sereni nell’esporre le proprie imposizioni e convinzioni, in modo che il bambino sappia di avere un punto di riferimento sicuro.
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Valeria Martinelli
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