O se preferite uniti finché il social non vi separi. Sembra un paradosso dei nostri tempi e, invece, è la pura realtà: il servizio di messaggistica istantanea più famoso al mondo e i social network come Facebook e Twitter sono un’arma micidiale per scoprire l’adulterio.
Nati per ridurre le distanze, i social si stanno rivelando dei veri e propri boomerang per le coppie: secondo le statistiche 4 coppie su 10 scoprono l’adulterio del partner leggendo i messaggi su WhatsApp, mentre il 20% da Facebook e Twitter. Il funzionamento è semplice: basta davvero una parola di troppo o una emoticon un po’ più mielosa per accendere la spia d’allarme che il partner stia tessendo una relazione non troppo sincera con qualche rappresentante dell’altro sesso.
Archiviati, dunque, bigliettini nelle tasche e tracce di rossetto sulle camicie, ecco che il tradimento si scopre in un altro modo. Secondo le associazioni di categoria degli avvocati divorzisti, negli ultimi le cause di separazione e divorzio attribuibili a WhatsApp sono circa il 40%.
E, dal punto di vista della prova, è ormai accettata dai giudici la conversazione via WhatsApp o qualche “like” di troppo su Facebook per dimostrare la colpa del partner e, quindi, avviare una causa di separazione con addebito all’altro coniuge.
Infine, sempre secondo le statistiche, le più agguerrite studiose del traffico telefonico sono ovviamente le donne che, anche se over 50, dimostrano un’abilità insolita nel maneggiare smartphone e tablet, stanando le prove della scappatella del marito (il quale difficilmente si ricorda di cancellare le “tracce”).
Dunque, il tradimento corre sul filo del social network, complice anche la distrazione dei mariti che non rimuovono la cronologia e la perseveranza delle mogli che indagano come novelle detective.
E voi, care lettrici, avete mai frugato nelle conversazioni social dei vostri compagni?
Il video della settimana