Anche grazie alla ricerca scientifica sono sempre di più le persone che hanno figli una volta compiuti gli -anta: se da una parte coronare il proprio sogno di maternità dopo i 40 non è più un’illusione, dall’altra non bisogna mai sottostimare i rischi che una gravidanza in avanti con il tempo può portare con se’. Fra i vari studi che si interessano della salute dei bambini in relazione all’età dei genitori, nei giorni scorsi è stato pubblicato su Molecular Psychiatry il risultato di una ricerca che ha evidenziato una correlazione tra gravidanza in età avanzata e autismo.
In particolare, lo staff guidato da Sven Sandin del Karolinska Institutet (Svezia) ha analizzato più di 5,7 milioni di nascite in 5 Paesi (Danimarca, Israele, Norvegia, Svezia e Australia occidentale), colpendo la comunità scientifica e non per la grandissima mole di dati raccolti che, sicuramente, rende questo studio un tassello fondamentale per le prossime ricerche sull’autismo.
Dai dati è emerso che tanto maggiore sarebbe l’età dei genitori, quanto elevato sarebbero il tasso di rischio di avere figli affetti da autismo: i bambini con il padre over 50 avrebbero il 66% in più di possibilità rispetto ai bambini con il padre ventenne. Per quanto riguarda la madre, lo studio ha evidenziato che i figli di ragazze adolescenti avrebbero un tasso di rischio del 18% rispetto ai figli delle ventenni; inoltre, ha evidenziato che giocherebbe un ruolo importante anche la relazione anagrafica fra i genitori, in particolare se la madre è più giovane di almeno 10 anni del padre.
I risultati non sono nuovi, nel senso che già altre ricerche avevano messo in luce la relazione fra una gravidanza e autismo: e le principali cause di questa connessione sono state spesso riferite, da una parte, all’alterazione genetica dei semi (ovuli e spermatozoi) e dall’altra (tesi molto discussa) a un’alterazione nei comportamenti sociali evidenziata nelle coppie in avanti con l’età.
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