Il buon genitore ha sempre un sorriso per i figli.
Anche se dorme poco.
Anche se è nervoso oppure preoccupato.
Anche se è tardi.
O troppo presto.
Il buon genitore non urla la propria frustrazione.
O un’ingiustizia subita.

Il buon genitore sa che il proprio esempio è importante.
Più di qualsiasi parola detta.
Il buon genitore conosce il valore di una carezza, ma anche quello di un rimprovero quando è necessario.

Buon genitore è chi fa del suo meglio per esserlo ogni giorno.
È chi sbaglia ma sa poi riconoscerlo.
Chi sa chiedere scusa ma anche perdonare.
Il buon genitore non scappa.
Non abbandona.
Non si perde.
E se lo fa, ritrova poi la strada.
Il buon genitore insegna le tradizioni ma non impone le proprie scelte.
Non minaccia, concorda regole.
Insegna ad essere indipendenti, non allontana.

Il buon genitore gioca con i figli.
Scherza. Lotta. Avvolge. Protegge.
Libera.

Essere un buon genitore è una sfida faticosa.
Ma anche esaltante.
Un dovere ed un onore.
A volte un dolore altre volte totale stupore.

Buon genitore, non ci sono istruzioni.
Non ci sono maestri.
È un dare senza pretendere.
Una promessa per la vita.
Una spalla ed una voce.
Un passo dopo l’altro.
È capire, ascoltare, parlare, prevedere.
Intuire.
Preoccuparsi.
Ma non troppo.
Sognare.
Ma non troppo.

Essere buon genitori è tornare bambini.
Tornare adolescenti.
È tornare.
Con un regalo inaspettato.
Con un abbraccio.
Con allegria.
È commuoversi per un disegno.
Per un giro di danza.
Per un bacio rubato di notte.

Il buon genitore è una carezza inaspettata.
Un respiro di vita.
È saggezza e cuore grande.
È non aver paura di cambiare.
È il meglio che possiamo fare.

Buoni genitori.
Mica facile.
Ma non impossibile.

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