Neonati sani, senza alcun segno visibile di disturbo, che improvvisamente muoiono nel sonno: incubo di qualsiasi genitore, la sindrome della morte in culla è ad oggi la prima causa di decesso in bambini sani al di sotto di un anno d’età.
A rendere ancor più terribile questa sindrome è il fatto che non se ne conoscono le cause e dunque non è possibile in alcun modo prevenirla.
Pare però che la scienza stia facendo qualche passo in avanti e un risultato importante arriva da uno studio australiano condotto dal dottor Roger Byard con i ricercatori dell’università di Adelaide: nel cervello dei bambini morti per sindrome da morte improvvisa (Sids) è stata rilevata la presenza di una proteina presente e distribuita allo stesso modo anche nel cervello dei neonati morti per soffocamento e asfissia.
Lo studio ha preso in esame 176 bambini morti per diverse cause, non solo Sids, soffocamento e asfissia, ma anche trauma cranico, infezioni e annegamento. Da un confronto emerge però che mentre esistono segni di somiglianza a livello cerebrale fra le morti per Sids e soffocamento, diversi appaiono invece i cervelli dei bambini deceduti per traumi e infezioni.
Lo studio lascia quindi supporre che a determinare la morte in culla intervenga un’asfissia accidentale, escludendo invece che questa sindrome sia in qualche modo riconducibile a traumi o infezioni.
Certo, i risultati della ricerca non permettono ancora di individuare con certezza le cause della Sids, ma rappresentano comunque una scoperta significativa per far luce sui meccanismi di una morte che più di ogni altra è inaccettabile.
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