Una delle pagine più tristi della vita di un adulto è l’impossibilità di avere un figlio: i casi di infertilità maschile non sono rari, anzi, e questo rappresenta sicuramente una nota dolente per moltissimi uomini.
Spermatozoi creati in vitro: una possibile soluzione?
Sul fronte scientifico, da anni si studia e si cerca di capire come contrastare e combattere l’infertilità maschile; una delle scoperte più importanti degli ultimi mesi è la creazione di spermatozoi in vitro.
La notizia arriva dalla Francia, dove una start up del Centro nazionale della Ricerca scientifica è riuscita a creare in laboratorio degli spermatozoi, partendo dai tessuti di testicoli di uomini sterili. Nonostante le potenzialità di questa scoperta, la comunità scientifica non è rimasta persuasa dai risultati della ricerca: da una parte mancano numerosi dettagli e, dall’altra, la notizia è stata rilasciata nel corso di una conferenza stampa e non pubblicata su una rivista scientifica, come di consuetudine.
Scetticismo e altre possibili strade
Gli esperti sono, quindi, scettici sull’importanza di questa scoperta, ma non mancano di sottolineare che per chi gioverebbe la scoperta esistono al momento altri metodi per contrastare l’infertilità maschile. La produzione degli spermatozoi in vitro, infatti, sarebbero d’interesse per gli adulti che divengono sterili, per via di un’alterazione del processo di spermatogenesi: per loro, tuttavia, esiste già la possibilità di congelare gli spermatozoi.
Diversamente, la produzione degli spermatozoi in vitro sarà una delle pochissime strade per garantire la fertilità ai bambini e ragazzi che in giovane età vengono sottoposti a radio e chemioterapie, processi che – una volta che i ragazzi siano cresciuti – rischiano di compromettere la loro fertilità.
Insomma, grazie alle scoperte scientifiche e ai progressi della tecnica, sono sempre di più le modalità che permettono di contrastare efficacemente l’infertilità maschile e la produzione di spermatozoi in vitro è una di queste, anche se la strada da compiere sembra ancora lunga, visto che, per ora, non è ancora stata confermata da parte della comunità scientifica.
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