Quello dell’inquinamento è un grave problema, che nonostante i moderni provvedimenti ecologici, come auto elettriche, filtri particolati per ridurre le emissioni di Co2, o classi energetiche di alto livello per gli elettrodomestici, non sembra registrare diminuzioni rilevanti.
Da un rapporto dell’Eea (l’European Environment Agency) sulla qualità dell’aria, infatti, si nota che ben il 96% della popolazione che vive nelle città è esposta a concentrazioni di polveri sottili e ozono superiori (anche del 98%) rispetto ai limiti fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
L’aria inquinata che respiriamo non ha ripercussioni solo sul nostro fisico, ma anche, nel caso delle donne in gravidanza, sul nascituro ancora nella pancia.
Come si legge sulle pagine del Lancet Respiratory Medicine, infatti, ci sarebbe una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e basso peso dei bambini alla nascita. E per tutto il percorso di crescita del bambino, le sostanze inquinanti hanno una grossa incidenza su possibili complicazioni respiratorie e patologie croniche, tanto che gli esperti paragonano gli effetti a quelli del fumo passivo.
Appare chiaro, quindi, che migliorare la qualità dell’aria, soprattutto nelle grandi città, dev’essere una priorità per la classe politica e i Ministri dell’ambiente dovrebbero prendere provvedimenti immediati. Se non per gli adulti, bisogna agire concretamente almeno per i ragazzi, per i bambini, o per i neonati, che si “inquinano” già nel grembo materno.
Da luogo “perfetto”, protettivo e rilassante, la pancia della mamma si sta trasformando in un ambiente pericoloso. Pensare alle generazione future è un dovere della classe dirigente e offrire ai piccoli che si affacciano alla vita un mondo che sia loro amico è un loro diritto innegabile.
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