In clima di Expo, visitabile a Milano fino al 31 ottobre 2015, non c’è nulla di meglio che parlare di cibo. Mangiare bene, con cibi sani e di qualità migliora la nostra vita, sia dal punto di vista salutistico che psicologico. E si sta ancora meglio se, mentre si mangia, si ascolta la musica giusta.
Secondo Charles Spence, professore di psicologia sperimentale all’Università di Oxford, la musica agisce talmente profondamente sul cervello da amplificare, e a volte distorcere, il gusto del cibo, addolcendo un gusto amaro o esaltando un buon vino addirittura del 15% in più.
Ecco quello succederebbe, secondo l’esperto. L’orecchio umano, stimolato attraverso le giuste vibrazioni di suoni e melodie, informerebbe, in maniera inconscia, le papille gustative rispetto ciò che sta ascoltando. Dal momento che gli esseri umani tendono ad abbinare gli stessi suoni agli gli stessi gusti, la musica giusta, quindi, potrebbe influenzarne la percezione. Gli acuti esaltano l’acidità, i suoni più arrotondati la dolcezza, i toni profondi l’amaro.
Come precisa lo stesso Spence “La musica non può creare gusti e sapori che non sono lì, in bocca, ma può attirare l’attenzione su alcune note in un vino o in un cibo che sono in competizione nella tua mente… E’ una sorta di condimento digitale”.
E se così fosse, si potrebbero preparare cibi con meno zucchero, senza compromettere il risultato finale. “Si potrebbe far apparire un piatto fino al 10 per cento più dolce o più salato accompagnandolo con i suoni giusti, migliorandone l’impatto sulla salute. Semplicemente modificando l’ambiente, si può avere un grande impatto sul sapore”.
Non è un caso, che, come riportato da “The Telegraph”, celebre quotidiano del Regno Unito, un noto marchio produttore di champagne abbia già deciso di accompagnare con la musica, da Bryan Ferry a Tchaikovsky, la degustazione dei suoi prodotti di lusso.
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