Mio figlio maggiore ha da poco compiuto 5 anni. All’asilo è un mezzano, a settembre sarà nei grandi e a settembre 2015 andrà a scuola. Per me il percorso era liscio come l’olio. Ho iniziato a pormi qualche domanda quando, dalla segreteria della scuola dell’infanzia, noi genitori siamo stati invitati all’incontro per la prima elementare.
Ci sarà stato un errore, abbiamo pensato. E invece no. Stando alle normative vigenti, l’iscrizione a scuola primaria è estesa anche ai bambini che compiranno sei anni entro il 30 aprile dell’anno successivo.
Appreso ciò, da parte nostra c’è stata una reazione unanime: neanche a parlarne! Lasciamogli fare l’iter naturale, senza bruciare un anno prezioso della scuola dell’infanzia, privandolo prima del tempo della spensieratezza e della libertà di giocare che, sappiamo bene, non torneranno più.
È indubbio, infatti, che il divario tra asilo e prima elementare sia grosso, sia a livello pratico, che emotivo e psicologico. In quest’ottica, un bambino che, di fatto, ha un anno in meno, potrebbe risentirne dal punto di vista cognitivo e comportamentale. L’apprendimento, in questi primi anni delicati, infatti, dovrebbe essere un gioco. Un cambiamento forzato, potrebbe, invece, scatenare nei piccoli alunni, una reazione diametralmente opposta, facendo crescere in loro un senso di inadeguatezza.
Ma, poi, a mente lucida, pur restando sulla nostra scelta, ci siamo soffermati a pensare quali siano, oltre ai contro, anche i pro dell’anticipo scolastico. Cosa spinge, cioè, alcuni genitori a fare questa scelta per i propri figli?
Innanzitutto, la possibilità di guadagnare un anno, per finire prima il percorso scolastico o, nel caso in cui dovessero ripetere una classe, non perdere di fatto un anno. C’è poi la possibilità di ricevere stimoli in più da parte di bambini più grandi e di non annoiarsi.
La scelta, com’è ovvio, è del tutto soggettiva. Non c’è alcuna regola fissa. L’importante è valutare se il proprio bimbo sia in grado di reggere un carico di stress e ansia, che inevitabilmente c’è, con il passaggio al ciclo scolastico.
Prima di tutto ci dev’essere il benessere del figlio. Le frustrazioni, le sensazioni di inferiorità, le difficoltà di apprendimento e di comportamento, infatti, sono problematiche molto comuni in queste situazioni.
Parlare con un’insegnante o un’educatrice per avere un consiglio obiettivo, può essere una buona soluzione.
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