Caro Dio,
non ti ho mai scritto una lettera.
In effetti è leggermente pretenzioso, me ne rendo conto.
Il fatto è che quando provo a parlarti spesso fatico a trovarti.
Certo, il più delle volte dipende da me.
Non mi sforzo abbastanza, sono evasivo, mi distraggo.
O semplicemente sconfortato mi perdo.
Altre volte però è anche colpa tua.
Non sei un tipo che si fa capire facilmente.
A volte sei proprio indecifrabile.
Deve essere il mio modo di rivolgerti alcune questioni.
Deve essere il tuo modo di dare le risposte.
Del resto il nostro è un rapporto a distanza.
E come tutti i rapporti di questo tipo vive di alti e bassi.
Una lettera invece non lascia dubbi a malintesi.
Pensavo ad una raccomandata.
Con ricevuta di ritorno.
Non per la formalità in sé.
Piuttosto per il desiderio di ritrovarti.
Di sapere che una tua risposta è in arrivo.
Che hai ascoltato la mia preghiera.
Rivolta ai nostri figli.
Caro Dio,
Aiutali a diventare uomini e donne migliori di noi.
Aiutali ad amarsi indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione che professano, dalla ricchezza che possiedono, dalla lingua che parlano.
Fai in modo che l’egoismo non li accechi dimenticando gli amici, le famiglie, le radici, i meno fortunati.
Usa le loro mani per accarezzare non colpire, confortare non distruggere, unire non dividere.
Sii vicino ai più deboli, dai loro la forza ed il coraggio per andare avanti; illumina chi è nel buio, guida e accompagna chi si è perso.
Aiutali ed aiutaci ad essere vicini.
A sentirci finalmente tutti fratelli.
Un unico corpo
Un’unica anima.
Un unico cuore.
Amen.
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