Che le emozioni giochino un ruolo fondamentale nello sviluppo dei nostri bambini è abbastanza risaputo, ma i bambini con una spiccata sensibilità e con un’intelligenza emotiva più elevata hanno sicuramente una marcia in più. Cosa significa? Significa che i bambini maggiormente predisposti alla conoscenza della propria emotività e alla comprensione di quelle altrui riescono ad aumentare la propria capacità di attenzione. A dirlo è uno studio condotto in Germania, precisamente all’Universtità Leuphana di Lünenburg, in collaborazione con la George Mason University. Lo studio è stato condotto su poco più di 250 bambini di 33 scuole d’infanzia differenti con un’età non superiore ai 5 anni e il risultato, pubblicato poi sulla rivista medica Kindheit & Entwicklung, è stato davvero sorprendente.
Maggiori capacità di attenzione
I bambini con una più elevata intelligenza emotiva hanno meno problemi d’attenzione: questo in buona sostanza il risultato degli studi dell’università tedesca. I bambini facenti parte dello studio con una maggiore sensibilità e maggiore capacità di comprensione delle proprie e altrui emozioni sono risultati essere quelli in grado di mantenere più alta l’attenzione e di saper dominare le emozioni stesse. Infatti, i bambini che conoscono e verbalizzano le proprie emozioni, ma anche quelle dei loro amici o di chi li circonda, più spesso sono in grado di comprenderle e di conseguenza di non lasciarsene sopraffare.
Conoscere e dominare le emozioni
Ecco perché è fondamentale fin dalla più tenera età non reprimere le emozioni dei nostri bambini, quanto dare loro un nome, aiutando il bambino a riconoscerle anche verbalizzandole. Se il piccolo è arrabbiato, non sgridiamolo per questo suo stato d’animo, diciamogli chiaramente che è arrabbiato e che lo sappiamo. Allo stesso modo se la mamma è triste o piange non ci si nasconda dal bambino, meglio dirgli che sì, la mamma in questo momento è triste, ma che tra poco passa. Il bambino imparerà a conoscere e a gestire anche i momenti di sconforto.
Attenzione ed emozioni sembrano quindi essere correlati. Pensiamoci bene prima di inibire i nostri bambini, soprattutto i maschi, dicendo loro che se piangono sembrano femminucce e così via, sono solo vecchi retaggi culturali che nella società odierna non trovano né conferme né un senso.
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Speriamo. Da vedere.