Una malattia molto diffusa e dalle origini ancora poco chiare, che affligge milioni di bambini nel mondo impedendo loro di interagire con naturalezza e libertà con il resto della società: è l’autismo, una patologia che ha come sintomo più evidente una totale chiusura in sé stessi, un progressivo mutismo ed un atteggiamento di autosufficienza.
È difficile e molto complesso relazionarsi con un bambino autistico: anche se attento a quello che l’interlocutore cerca di comunicargli, è inevitabile scontrarsi con la fatica di instaurare con lui un contatto visivo utile a creare una connessione emotiva ed empatica. Il bambino autistico si astrae da spazio e tempo, per chiudersi in un mondo intimo e personale, dove l’altro non esiste.
La tecnologia da tempo si è interessata al fenomeno e sta lavorando per offrire soluzioni innovative che possano contribuire, anche minimamente, a migliorare la capacità dei malati di autismo di comunicare e costruire un contatto con “l’altro”.
Samsung ha da poco sviluppato una nuova app, attualmente in fase di test sul mercato coreano, volta ad educare il bambino affetto da autismo al contatto visivo: sfruttando la fotocamera integrata nello smartphone, l’applicazione dal nome “Look at me” incoraggia i bambini a giocare ed interagire con lo schermo, stimolando la loro curiosità in modo divertente ed invitandoli a guardare sé stessi in camera.
Tutte attività che hanno come obiettivo quello di spingerli a concentrarsi su un volto, facendoli uscire dal loro guscio invisibile.
I primi risultati parlano di concreti miglioramenti riscontrati sul 60% dei pazienti sottoposti all’attività: da qui la decisione di perfezionare l’app per poi diffonderla sul mercato mondiale.
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