C’è stato un vero e proprio boom in Italia del Lotus Birth, una tecnica di parto alternativa che fu praticata per la prima volta nel 1974 da un’infermiera statunitense della California.
Il Lotus Birth è un tipo di nascita controversa che non richiede il taglio del cordone ombelicale, che viene invece adagiato affianco al neonato in attesa che si stacchi naturalmente per essiccamento. I sostenitori ritengono che in questo modo il distacco dal cordone ombelicale del bimbo sia meno traumatico, e che ci sia un maggior afflusso di sangue dalla placenta al neonato.
Lotus Birth, cosa dicono gli esperti?
In realtà gli esperti non sono affatto entusiasti della diffusione del Lotus Birth, ritenendo che sia una pratica che non rispetta i parametri igienico-sanitari. La Sin (Società italiana di neonatologia) innanzitutto sottolinea che non ci sono prove scientifiche che attestano benefici per il neonato, e specifica che questa tecnica può favorire il rischio di infezioni.
I problemi di natura giuridica
Problemi sorgono anche da un punto di vista giuridico, infatti diversi ospedali si sono rifiutati di praticare il Lotus Birth poiché ritenuto poco igienico. Inoltre la placenta non può essere portata a casa, poiché è un rifiuto speciale e va smaltito secondo le normative vigenti.
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