Uno dei momenti più emozionanti nella vita di un genitore è sicuramente ascoltare il proprio bambino che dice le prime parole: in genere il linguaggio dei piccoli si sviluppa in tre tappe ben definite, che quasi tutti affrontano nello stesso periodo.
Distinguiamo la fase prelinguistica, dai 6 ai 12 mesi, la fase linguistica dai 12 mesi ai 17 mesi, e la fase lessicale dai 17 ai 24 mesi.
Ci sono però dei bambini che non sembrano seguire lo stesso percorso degli altri, e che non iniziano a parlare nello stesso periodo dei loro coetanei.
Perché questi bambini non parlano? Quando dobbiamo iniziare a preoccuparci?
La capacità di un bambino di potersi esprimere in maniera verbale potrebbe essere rallentata da tutta una serie di fattori. Pertanto, prima di farci prendere dal panico e gridare “Aiuto, mio figlio non parla ancora!” cerchiamo di capire bene la sua situazione e il nostro modo di porci nei suoi confronti.
Fattori caratteriali
Ci sono piccoli che hanno dei caratteri così chiusi e timidi che possono influenzare le loro tempistiche di parola: in questo caso è importante lasciare loro la massima libertà e concedere tutto il tempo di poter parlare.
Fattori familiari
Ci sono poi i bambini che vivono in famiglie particolarmente silenziose: e ovvio che se gli adulti non parlano o al massimo si esprimono a monosillabi, il bambino farà molta più fatica a iniziare a parlare rispetto un altro piccolo che invece vive in una famiglie dove si chiacchiera molto.
Il bambino potrebbe essere particolarmente pigro o essere circondato da persone che esaudiscono le sue necessità ancora prima che lui le formuli: e allora perché parlare? Anche in questo caso inizierà dopo i suoi coetanei.
Quando richiedere un parere esperto?
È importante sottolineare che un ritardo nella parola non sta a indicare che ci sia un ritardo cognitivo: se però entro un anno e mezzo non ha ancora detto mamma o papà (laddove dovrebbe pronunciare già circa 50 parole) è il caso di iniziare a stimolarlo un po’. Se poi entro i due anni e mezzo non si dimostra in grado di formare semplici frasi di due o tre parole è il caso di monitorare la situazione con il pediatra e sottoporre il piccolo ad ulteriori esami.
I problemi di linguaggio possono essere affrontati in maniera più efficace se presi in tempo: ma non dimenticare che ascoltare con attenzione vostro figlio e parlare molto con lui è senza dubbio la terapia migliore!
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Stavo per chiedere proprio sul bilingue..mio figlio e’ bilingue io gli parlo in inglese perche’ siamo di madre lingua, mio marito gli parla in Italiano. Viviamo in Italia, lui capisce entrambi, si esprime anche se con molto meno parole rispetto ai coetani in Inglese. Quando siamo a Malta tutti gli parlano in Inglese ma sente anche il Maltese! Mi chiedevo se c’era un eta in cui ci si dovrebbe preoccupare. Lui ha compiuto 2 anni a Settembre :)
Scusate per le 50 parole in anno: era un refuso. La tempistica classica parla di circa 50 parole in un anno e mezzo.
50 parole a un anno é un’assurdità!!
50 parole ad un anno?! Mi sembrano esagerate
Sì, 50 parole a 1 anno non è possibile…La media è tra le poche e le 20 paroline a 18 mesi circa. A un anno semmai qualche sillaba e un paio di parole.
Vorrei lanciare un appello, come madre che ha vissuto duramente alcuni ritardi di linguaggio (e non solo) di un figlio: allarmarsi può essere sciocco o esagerato, ma anche aspettare a lungo per vergogna o paura di domandare e affrontare un eventuale problema, può essere sbagliato. Se avete dubbi, chiedete. Non costa nulla. http://www.pensierirotondi.com/non-parla/
Un fattore non presente nell’articolo è il bilinguismo (o trilinguismo a volte) in cui potrebbe vivere il bambino, che lo porta a sviluppare più tardi la capacità di esprimersi verbalmente, cosa che poi recupera ampiamente.
Grazie mille per il suggerimento!
Non c’è di che!
Maria Cristina de Paolo