Barba folta, 62 anni e origini libiche è lui l’uomo che da ormai 20 anni svolge il ruolo di padre adottivo di alcuni bambini malati terminali, affetti quindi da malattie mortali. Mohamed Bzeek, è questo il nome del protagonista di questa storia che nonostante la tristezza che l’avvolge è anche un esempio di grande umanità.
La storia del padre adottivo dei bambini malati terminali
Tutto ebbe inizio negli anni ottanta quando si trasferì negli Stati Uniti per studiare all’università e conobbe sua moglie Dawn. Lui e sua moglie decisero di aiutare i bambini abbandonati, non quelli in salute, ma quelli che avevano delle malattie importanti, quelli che nessuno avrebbe mai adottato e sarebbero rimasti soli sino alla morte. La prima bimba che adottarono aveva dei gravi problemi alla spina dorsale e tanto bisogno di affetto. Morì dopo un anno di affidamento, loro soffrirono molto ma questo non bloccò il loro obiettivo: far sì che questi piccoli bambini abbandonati dalle loro famiglie morissero in serenità. Dawn e Mohamed ebbero un figlio naturale che, nonostante il nanismo e alcuni problemi di salute, ha 19 anni e vive una vita normale. Qualche anno fa, Dawn morì a causa di una grave malattia, ma Mohamed ha continuato da solo a servire la sua comunità.
Il padre adottivo che dona sostegno ai bambini malati terminali
La malattia è sempre qualcosa di doloroso e ingiusto, se poi a essere direttamente colpiti sono i bambini, questo è ancora più difficile da accettare. Perdere chi ci sta vicino fa paura! Anche Mohamed lo sa bene, ma il suo obiettivo è più forte di questo sentimento: vuole donare amore e sostegno ai bimbi abbandonati che vivono la loro malattia in totale solitudine, una malattia che sicuramente nel giro di poco tempo li porterà alla morte.
Mohamed, grazie all’operato di questi lunghi 20 anni, è conosciuto e stimato dai medici e gli assistenti sociali di Los Angeles. Lui è l’unico che sia disposto a prendersi cura di questi bambini indifesi. Ma svolge anche un altro importante ruolo: offre dei corsi per tutti i genitori che vogliono adottare dei bambini “estremamente fragili”, dei bambini che soffrono di malattie importanti e che le cui aspettative di vita sono molto basse. Questi piccoli hanno bisogno di cure, ma anche di affetto e del tepore di una casa che un centro di cura o un orfanotrofio non potranno mai donare.
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Grandezza umana
Grande uomo, ce ne fossero così. Tanto di cappello!