Avevamo già sentito parlare degli asili nel bosco, dove i bambini oltre a svolgere i normali programmi didattici potevano stare anche a contatto con la natura. Oggi però queste belle realtà si arricchiscono di un’ulteriore location: l’orto.
I bambini fortunati, questa volta, sono quelli di Roma, che potranno dunque coniugare progetti didattici assieme alla scoperta della produzione del cibo che arriva sulle loro tavole.
Il progetto si chiama Nursery Fields Forever ed è un compendio tra agricoltura urbana e istruzione per le scuole materne. La proposta nasce dall’idea di un team di architetti, formato da Gabriele Capobianco, Edoardo Capuzzo Dolcetta, Jonathan Lazar e Davide Troiani, che hanno vinto, proprio con questo progetto, il concorso idee AWR International Ideas Competition.
Che cos’è il Nursery Fields Forever?
Si tratta di vera e propria agricoltura prescolare, dei momento in cui i bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni impareranno a coltivare ortaggi e a relazionarsi con gli animali.
Ma non è tutto, potranno anche imparare a conoscere le nuove energie rinnovabili come quelle prodotte dai pannelli solari e dalle turbine delle pale eoliche.
Insomma, non solo un modo per conoscere, ma anche un’ottima occasione per stare a contatto con la natura in un mondo, a volte, troppo tecnologico e digitalizzato dove fin troppo spesso ci si dimentica delle bellezze che ci circondano.
Imparare all’aria aperta
La scuola è stata realizzata tra grandi spazi all’aperto: non ci sono aule ma orti e stalli per gli animali che possono anche pascolare liberamente. Naturalmente vi sono due edifici che offrono riparo quando il tempo non dovesse essere favorevole alla didattica all’aperto. Un ambiente rurale, in poche parole, come se ne vedono sempre meno, soprattutto nelle grandi città, ma che ancora esistono nelle campagne dove però si possono trascorrere, tra gli impegni di tutta la famiglia, giusto alcun fine settimana.
E allora quello della scuola agricola, potremmo ribattezzarla così, ci sembra davvero un’idea fantastica che speriamo si diffonda sempre di più su tutto il territorio, perché è vero, la tecnologia è importante, ma non è tutto.
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