In inglese si indica con il termine pay gap il divario salariale che ancora esiste tra uomini e donne a parità di lavoro e di competenze professionali.
Ma come è possibile che continui a sopravvivere un simile gap sugli stipendi in un’epoca in cui le parità di trattamento e le pari opportunità sono dei diritti acquisiti?
Si tratta senz’altro di una discriminazione retributiva anacronistica e per la quale ancora troppo poco è stato fatto. Essa, a detta degli analisti, sarebbe dovuta al fatto che la donna, oltre a essere una lavoratrice, rappresenta contestualmente il principale punto di riferimento della propria famiglia.
Insomma, ancora una volta, il duplice ruolo della donna di casalinga-mamma e di lavoratrice risulta essere penalizzante per la carriera e per la gratificazione economica.
La situazione in Italia
Malgrado l’Unione Europea cominci a prendere, anche se tardivamente, i primi provvedimenti per sanare il pay gap tra uomini e donne, tuttavia la risposta italiana a tal proposito risulta ancora piuttosto timida e inconsistente.
Basti pensare che nel nostro Paese alle donne non è ancora consentito l’accesso alle stanze del potere (glass ceiling).
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