Vestiti per bambini e neonati, come li scegliamo e in base a che cosa?
Solitamente la prima cosa che ci attrae è l’aspetto estetico. “Ma quanto starebbe bene quel vestitino rosa sulla mia bimba”, è una delle prime cose che viene in mente. In seconda istanza pensiamo al budget a disposizione, chi può spendere lo fa ben volentieri per i propri piccoli. Se invece dobbiamo acquistare un indumento per un neonato, che si tratti di un regalo o che sia per il nostro piccolo, la prima cosa a cui badiamo è che sia realizzato con materiali ipoallergenici, che non causi irritazioni e che non punga al suo contatto. Quindi siamo portate a pensare che un indumento costoso, o di marca, possa rispondere a questi requisiti. Sbagliato. Se mai è proprio il contrario.
Lo dimostra una recente ricerca di Greenpeace che ha evidenziato come, i mostri, si nascondano davvero nell’armadio. “Piccoli mostri nell’armadio” è proprio il nome dello studio che mette la lettera scarlatta su tantissimi capi d’abbigliamento di eccellenti marche del settore. Tali prodotti erano destinati proprio al target dei consumatori più indifesi, i bambini e i neonati. Quello che è stato trovato è tutta una serie di sostanze tossiche usate nel processo di lavorazione dei tessuti, sostanze che, secondo i risultati pubblicati, sono rimasti sui tessuti che sono comunque stati immessi sul mercato.
Le sostanze incriminate sono nonifeloni etossilati (NPEs), sostanze irritanti che possono causare dermatiti e allergie da contatto, perfluorati, antimonio. L’antimonio è un veleno simile all’arsenico, questo è sufficiente per farsi due conti. Ovviamente non uccide, ma assunto in piccole dosi può, alla lunga, causare mal di testa, nausea e depressione. Tutti quelli che sono stati rilevati sui capi d’abbigliamento analizzati, ben 82 articoli acquistati in 25 paesi differenti, sono composti chimici persistenti, che cioè non vanno via coi lavaggi.
Meglio dunque acquistare capi anche non di marca, ma la cui provenienza biologica sia certificata.
Il video della settimana