Girando per le corsie dell’ortofrutta nel supermercato, una varietà di colori e profumi ci assale, così come una fantasia di stagioni: se non fosse per la sciarpa colorata del giovane che pesa la merce o la berretta del pensionato che spinge il carrello non capiremmo se siamo in estate o in inverno.
Zucchine di fianco a cavolfiori, peperoni di fronte a verze e crauti e pomodori gomito a gomito con rape: se non si ha un po’ di esperienza, individuare la verdura di stagione rischia di essere un’impresa.
Dinanzi a questa ricca varietà di verdura anche non di stagione, il pericolo di portarci a casa melanzane e cetrioli, lasciando sulla scaffale coste e carciofi, non è remoto e a rimetterci sarebbe la nostra salute e l’ambiente, senza considerare il nostro portafoglio. Fuori stagione, ce ne saremo accorte, la verdura costa molto di più.
Il motivo? Semplice: per creare climi ideali alla germogliazione e crescita, le verdure vengono messe in serre alimentate con corrente che consuma, evidentemente, moltissima energia, finendo per pesare sia sui consumatori, per i costi di “produzione”, che sull’ambiente, con un notevole l’impatto ecologico.
Non di meno, gli ortaggi coltivati fuori dal loro periodo naturale sono soggetti a svariati attacchi di parassiti e, perciò, richiedono un massiccio impiego di pesticidi, con la conseguenza che saranno più deboli e anche meno nutrienti.
Per l’ambiente e per noi stesse, facciamo la spesa con il calendario alla mano: i primi tempi avremo sicuramente qualche dubbio se un ortaggio sia o meno di stagione, ma dopo poche volte saremo delle esperte, pronte a dispensare consigli a destra e a manca, nonché a cimentarci con ottime nuove e gustose ricette di stagione. A beneficio della nostra salute, dell’ambiente e, perché no, del portafoglio.
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