Molto spesso noi mamme tendiamo a essere talmente orgogliose dei nostri figli che quando iniziano a lallare sentiamo vere e proprie parole. A chi non è capitato dire: “Ah mio figlio sa già parlare” mentre il pargolo biascica una vocale assieme a una consonante con tanto di contorno bavoso dei primi dentini. Certo, la maggior parte delle volte questo è quello che accade, il grande amore materno (ma anche paterno!) verso la creatura porta a vedere come speciali cose assolutamente normali, ma qualche volta capita che siano speciali davvero.
Questo è esattamente quello che è successo alla famiglia del piccolo Moshe, un ragazzino di 17 anni in apparenza “normale” ma che ha come peculiarità quella di essere un genio. Il ragazzo, infatti, ha pronunciato le prime parole a soli 4 mesi, ha iniziato a studiare trigonometria a 7 anni e ora che ne ha 17 ha ben due lauree.
Insomma, si tratta di un vero fenomeno. Moshe attualmente lavora alla Nasa. La prima laurea l’ha conseguita a soli 11 anni, e poco importa che fosse una laurea breve. La sua genialità ha trovato conferma nel percorso di studi così come in ambito lavorativo. Oltre a lavorare per la Nasa, Moshe sta seguendo un Master in Cybersecurity presso la Brandeis University di Boston.
Ma come ci si sente ad avere un genio come figlio?
Difficile da dire a meno che non si viva personalmente l’esperienza. Certo, ci sono pro e contro. Moshe è un ragazzino con la testa sulle spalle ed è molto grato ai genitori per le possibilità che gli hanno offerto, ma può anche capitare che il piccolo genio di famiglia guardi con aria di sufficienza mamma e papà facendoli sentire a disagio. Non solo, molto spesso chi è più dotato vive con inquietudine la sua “condizione speciale” emarginandosi e comportandosi in modo talvolta anche aggressivo.
Insomma, aver un figlio super dotato è una fortuna o no?
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