Lo scorso dicembre mi è capitato, purtroppo, di dover ricoverare mia figlia in ospedale perché si era fatta male e necessitava di un intervento. Eravamo tornate dalla sala operatoria quando sono entrate in stanza due ragazze munite di grandi occhialoni di plastica colorata e un luminosissimo sorriso. Si sono fermate a parlare con tutte le piccole pazienti presenti in stanza. Alla mia piccola ancora un po’ intontita dall’anestesia hanno regalato una confezione di pennarelli.
La mattina dopo, invece, sono arrivati tre simpaticissimi dottori, con grossi nasi rossi da clown e buffi cravattini. Hanno fatto giocare me, la mia bimba e lo zio che era lì a tenerci compagnia… Ci hanno regalato un po’ di gioia in un momento in cui eravamo tutti giù di morale.
Queste fantastiche persone erano tutti volontari di un’associazione che si occupa di clownterapia, cioè di portare sostegno, conforto e un po’ di allegria ai piccoli pazienti ricoverati in ospedale.
Quando nasce la clownterapia?
La clownterapia nasce negli anni ’80 in America, grazie a Michael Christensen, che di professione faceva il clown e nel 1986 fondò “The Clown Care Unit”; ma la sua diffusione e popolarità si devono al dottor Hunter Doherty Adams (detto Patch Adams).
Ve lo ricordate “Patch Adams”? Il film con Robin Williams? E’ basato sulla vita di questo dottore che tentò un approccio alla medicina del tutto differente e rivoluzionò la vita di milioni di piccoli pazienti.
Che cos’è la clownterapia?
La clownterapia, o terapia del sorriso, è l’assistenza che viene prestata negli ospedali pediatrici ai piccoli pazienti da volontari specializzati, portando loro un sorriso e un po’ di divertimento per alleviare il peso della permanenza in ospedale e delle malattie.
Oggi in Italia sono presenti tantissime associazioni e ONLUS con migliaia di volontari che si occupano di andare negli ospedali pediatrici per supportare i piccoli pazienti e le loro famiglie non solo portando divertimento e allegria ma anche un sostegno pratico e logistico a coloro che ne hanno bisogno.
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