A distanza di 17 anni dal massacro della Columbine High School, avvenuta il 20 aprile 1999 a Littleton (Colorado), parla Sue Klebold, madre di Dylan, uno dei due responsabili della strage, che, all’epoca dei fatti era appena diciassettenne.
Quest’ultimo, lo ricordiamo, e il compagno di scuola Eric Harris entrarono armati nella propria scuola e uccisero 12 alunni e un insegnante.
Questo tragico evento fece tornare alla ribalta due annose questioni: la prima relativa al diritto di possesso delle armi negli Stati Uniti e, la seconda, relativa all’assunzione di farmaci antipsicotici da parte degli adolescenti.
Addirittura il celebre documentarista Michael Moore, ispirandosi a questo evento, realizzò il lungometraggio Bowling for Columbine, che nel 2003 si aggiudicò il Premio Oscar come miglior documentario dell’anno.
“Amo ancora mio figlio”
In una lunga intervista rilasciata al quotidiano The Guardian, Sue Klebold ha dichiarato di essere convinta che suo figlio non era un mostro, ma semplicemente una vittima di un significativo disagio psichico.
Eppure la donna, che ha ammesso di amarlo ancora, non esita a condannare se stessa per non aver capito in tempo che Dylan fosse un soggetto profondamente disturbato.
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