Quando una coppia di genitori si ritrova a vivere il difficile momento di una nascita prematura, affidarsi alla fiducia del personale medico ed infermieristico è di fondamentale importanza. Sono loro, infatti, che di prassi si occupano della cura e della ruotine quotidiana dei bimbi nati prima del termine.
Ma pensate a quanto potrebbe essere d’aiuto, in questi casi così delicati, se a compiere i gesti di accudimento dei bebè fossero gli stessi genitori? Ebbene, è quello accade nei reparti di rianimazione neonatale degli ospedali svedesi.
La terapia del contatto “pelle a pelle” genitori-figli prematuri è la pù vincente
In Svezia questa è la normalità e tenere i genitori accanto ai loro figlioletti per un vero e proprio rapporto “pelle a pelle” è un dato di fatto che non viene messo in discussione. In questo modo mamma e papà sono davvero a stretto contatto con i loro piccoli: li lavano, li cambiano, si occupano del sondino alimentare e così via e sono considerati veri e propri “partner privilegiati di cura“.
L’ospedale Karolinska-Huddinge di Stoccolma in cui opera il professor Bjorn Westrup (uno dei primi medici ad aver applicato questo approccio) è quello più all’avanguardia. Qui ogni incubatrice è collegata a una camera con sala da bagno, i segnali luminosi hanno preso il posto dei fastidiosi ed angoscianti “bip bip” delle macchine e così via.
Genitori ospiti privilegiati negli ospedali
Nel 2010 ben 183 famiglie (genitori più bebé) hanno potuto beneficiare di una camera familiare in ospedale. I risultati di questo metodo di assistenza parlano chiaro: i bambini estremamente prematuri, nati tra la 24esima e la 29esima settimana di gravidanza, vegliati e accuditi “pelle a pelle” dai loro genitori hanno lasciato l’ospedale addirittura dieci giorni prima, e con meno complicazioni.
Come afferma Pierre Kuhn, uno degli importatori del «metodo svedese» in Francia:
“Fino agli anni 80 la logica igienista ha tenuto i genitori lontani dai loro bambini, per timore che venissero esposti a germi. In numerosi ospedali si mostravano loro i bambini dietro un vetro. Ed essi venivano spesso percepiti come ‘interruttori di cure’. Ma fortunatamente l’approccio di cura centrato sulla famiglia si sta diffondendo sempre più”.
Il video della settimana
Io l’ho fatta 14 anni fa!!!
Io ho dovuto aspettare 2 mesi prima di poterla poggiare sul mio petto una sensazione meravigliosa.
Invece già 10 anni fa , quando è nata la mia bimba prematura , ricordo che non appena riuscii a raggiungerla al reparto di neonatologia( dopo un cesareo d urgenza ) mi fecero immediatamente aprire la camicia da notte e mi appoggiarono la mia scricchiola sul petto……Momenti meravigliosi! Qualche minuto in più ogni giorno fino alle dimissioni.
idem <3
Quanto avrei voluto
Anke tu sei una mamma “speciale vero”??
Vera La Spina si….il mio bimbo è nato prematuro e dopo 8 giorni è diventato un angioletto
:*
Anke la mia bimba è un angioletto
Vera La Spina 😘
Per una mamma nin è certo una scoperta. …peccato che nemmeno dopo il parto abbiano voce in capitolo. Provato sulla mia pelle!!!!
In Italia è già difficile che ti lascino tuo figlio appena hai partorito, anche se mamma e bimbo stanno bene. Dipende da quanti parti hanno avuto quel giorno, dalla sensibilità del personale, se partorisci a cavallo tra un turno e l’altro… Lasciamo perdere va….