Da qualche anno a questa parte, i tablet hanno fatto l’ingresso in sempre più numerose case italiane.
I nostri piccoli nativi digitali se ne sono subito innamorati, e come dargli torto?
A volte siamo noi a rimanere ore e ore incantate davanti a questi piccoli, ma efficienti schermi con la loro semplicità e meravigliosa grafica a portata di…un dito!
La storia ci è nota: prima la televisione, poi i videogames, il rischio è sempre quello di una dipendenza del bambino a un mondo virtuale e parallelo.
Dunque, come evitare che anche il nostro bambino entri in questo circolo vizioso?
La regola numero uno è evitare di viziare noi stesse con l’idea che il tablet possa donarci qualche minuto, distraendo il bambino. Un conto può essere ricorrere allo stesso come alleato (da prendere in piccole dosi) nelle situazioni contingenti (come un lungo viaggio o durante l’attesa per un visita in ospedale) per cercare di raggiungere la meta in maniera più serena e un conto è affidarci a lui per interi pomeriggi lasciando che il bambino ci giochi per ore.
Il tablet deve essere uno strumento da utilizzare in brevi archi temporali, ma mai il sostituto di giochi istruttivi, un pomeriggio al parco o una passeggiata rilassante.
Il tablet può, caso mai, diventare un mezzo per giocare e trascorrere del tempo con il nostro bambino: le app delle fiabe ne sono un esempio. Si possono trascorrere sereni e lieti momenti insieme, insegnandogli le morali delle favole: cambia il supporto, ma il fine è lo stesso.
In sé, quindi, il tablet non è uno strumento da condannare a priori: dipende dall’utilizzo che ne facciano e dall’esempio che diamo ai nostri bambini.
Ben venga se è utilizzato come un alleato per insegnare e trascorrere del tempo insieme; guai se lo consideriamo un baby sitter per intere giornate… la dipendenza potrebbe essere un pesante prezzo da pagare.
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