L’immagine di un bimbo profugo di 4 anni, che trascina a fatica dei borsoni, su un’autostrada greca, è divenuta in breve tempo la foto simbolo del dramma dei migranti bloccati all’interno dei confini nazionali del Paese guidato dal Presidente Paulopoulos.
All’indomani, infatti, della decisione presa dal governo austriaco di concedere l’asilo soltanto a 3200 migranti siriani, tutti i Paesi Balcani, compresa la vicina Repubblica di Macedonia, ne stanno seguendo l’esempio bloccando il propri confini, in corrispondenza dei quali sono stati schierati numerosi mezzi blindati dell’esercito.
Il dramma dei profughi
Il risultato è che i profughi provenienti dalla Turchia e giunti in Grecia si sono ritrovati “rinchiusi” all’interno dei confini nazionali. Parallelamente al dramma dei migranti che non sanno dove dirigersi, emerge anche il problema della Grecia che, a detta del leader di SYRIZA non ha intenzione “di diventare il magazzino dei migranti”.
Si rende necessario, pertanto, quanto prima, un accordo internazionale su un’equa ridistribuzione dei profughi.
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