Le mamme italiane sottolineano una persistente disparità di genere nelle responsabilità domestiche e nell’educazione dei figli, nonostante i padri sostengano il contrario.
Questo squilibrio è evidenziato dallo studio condotto dall’osservatorio “Parents”, commissionato dalla società Eumetra, e che ha analizzato le risposte di oltre 2.100 genitori con figli fino a 11 anni o in attesa del primo figlio.
La ricerca sulle famiglie italiane: il 70% delle mamme è sola nella gestione della casa
I risultati mostrano che il 70% delle madri si occupa prevalentemente o esclusivamente delle faccende domestiche e della cura dei figli, un incremento rispetto al 66% registrato nel 2018. Secondo le madri, il contributo dei padri si attesta appena al 30%.
Matteo Lucchi, AD di Eumetra, sottolinea nella nuova edizione dell’osservatorio Parents, come nonostante una crescente volontà dei padri di partecipare attivamente alla vita familiare, le discrepanze nella distribuzione dei compiti rimangono evidenti, con una tendenza all’aumento negli ultimi anni.
Per esempio, la percentuale di madri che prendono decisioni cruciali per i figli è salita dal 28% nel 2018 al 46% oggi. La parità di genere all’interno delle mura domestiche rimane, quindi, un obiettivo ancora lontano da raggiungere.
Bisogna precisare che questa analisi parla principalmente delle decisioni all’interno della famiglia, ovvero il carico mentale che le mamme si assumono spesso e volentieri, senza riuscire a delegare o condividere.
Non si parla qui della disparità di genere nei salari, e quindi nell’indipendenza economica delle madri: anche questa differenza resta piuttosto alta, come testimoniano anche i recenti scioperi generali in Islanda.
Scelte condivise per vacanze e tecnologia, al resto pensano le mamme
Riguardo alle decisioni d’acquisto per la famiglia, i padri sono coinvolti principalmente nelle scelte relative a vacanze e tempo libero, con una condivisione del 75% in queste categorie.
Tuttavia, le madri si percepiscono come le principali responsabili d’acquisto in molti altri ambiti, tra cui prodotti direttamente pertinenti nella crescita dei figli: dai prodotti per l’allattamento e lo svezzamento, alimentazione, igiene, farmaci, puericultura leggera, materiale scolastico e abbigliamento.
Lucchi evidenzia che, nonostante i padri dichiarino di voler condividere queste decisioni, la realtà mostra una situazione differente. Tuttavia, le scelte d’acquisto sono più equamente distribuite quando si tratta di acquistare passeggini, seggiolini, giochi, prodotti tecnologici e finanziari.
L’82% delle famiglie intervistate esprime inoltre preoccupazione per il futuro, soprattutto sull’attuale situazione economica. Le madri si mostrano particolarmente preoccupate, anche se in misura inferiore rispetto all’anno precedente. I genitori di figli tra i 7 e gli 11 anni sono i più ansiosi riguardo all’aumento dei prezzi. C’è anche una crescente paura per il cambiamento climatico e anche di perdere il lavoro, un timore condiviso sia dalle madri che dai padri.
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