È notte, e improvvisamente dalla stanza di vostro figlio addormentato giungono grida, pianti disperati e richieste di aiuto: col cuore in gola vi precipitate a vedere che sta succedendo, e lo trovate agitatissimo…e ancora addormentato!
Con difficoltà riuscite a calmarlo, e anche una volta sveglio fa fatica a capire che cosa è accaduto. Ha avuto un incubo? In realtà si è trattato probabilmente di un episodio di pavor nocturnus (o terrore notturno) che è un tipo di disturbo facente parte della categoria delle parasonnie.
È tipico dell’età infantile e si manifesta dai 2 fino agli 11-12 anni: man mano che il piccolo cresce, questi episodi si riducono di numero fino a scomparire.
Come si verifica? I genitori che hanno figli che ne soffrono lo sanno benissimo: ad ogni urlo si rischia un infarto. Il bambino si risveglia parzialmente dal sonno profondo, grida, è agitato, difficilmente può essere consolato e ha gli occhi spalancati o non riesce ad aprirli. Non riconosce mamma e papà e al mattino, non ricorderà nulla.
Per quanto riguarda le cause, sono al momento sconosciute: la medicina ha però evidenziato alcuni cosiddetti catalizzatori, ovvero fattori che possono accentuare la manifestazione di terrore, come l’asma notturna, il reflusso gastroesofageo o la febbre. Vi è però anche una componente genetica: se ne avete sofferto da bambini, i vostri figli hanno una maggiore possibilità di andare incontro al terrore notturno.
Alcuni genitori temono che questo problema stia a indicare la presenza di traumi : in realtà non ci sono studi che mostrano una correlazione tra il pavor nucturnus e futuri disturbi psicologici.
Ma cosa distingue l’incubo dal terrore notturno? Il primo avviene nella fase finale della notte e di solito viene ricordato, mentre il secondo avviene nella prima fase del sonno e viene dimenticato.
Spesso, davanti ad un episodio di terrore notturno, ci sentiamo spaventati e disarmati: come dobbiamo comportarci?
Innanzitutto facciamo in modo che l’ambiente sia sicuro: il bimbo potrebbe infatti tentare di scendere dal letto e non deve farsi male. Chiudete le porte che danno sulle scale o all’esterno. Non svegliatelo ed evitate il giorno dopo di raccontargli quello che è successo, perché potrebbe provocare ansia. Cercate di far sì che i suoi ritmi di sonno veglia siano regolari e di non dare assolutamente bevande con caffeina.
Appuntatevi gli orari in cui avvengono gli episodi e cercare di fare dei risvegli programmati. Ad ogni modo, il vostro pediatra potrà darvi molti e utili consigli!
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