Quello di una alimentazione sana , variegata, povera di grassi e possibilmente a km zero, dovrebbe essere uno stile di vita da insegnare fin da piccoli, e da parte di tutti. I genitori, i nonni, gli zii, infatti, possono metterci tutta la buona volontà cucinando cibi sani dentro le mura domestiche…ma se poi a scuola succede il contrario?
I nostri figli passano gran parte della giornata a scuola e fin dall’asilo quello del pranzo è un momento di fondamentale importanza per creare aggregazione, stimolare l’appetito e trasmettere valori importanti che, se appresi in maniera corretta, aiutano i bambini a crescere con una giusta “cultura” del cibo.
Ecco perché la Commissione Agricoltura della UE ha dichiarato che l’Unione Europea deve investire di più per promuovere l’alimentazione sana e il consumo di prodotti locali tra i bambini e nelle mense scolastiche. Frutta, verdura, latte e cibo locale sono le basi per una crescita sana dal punto di vista fisico e contribuiscono a forgiare nuove generazioni più consapevoli.
Più di 20 milioni di bambini, infatti, sono in sovrappeso e gli adolescenti consumano in media solo dal 30% al 50% della dose giornaliera raccomandata di frutta e verdura. Ecco perché bisogna insegnare, a partire dalle Istituzioni scolastiche, una corretta educazione alimentare. La promozione di latte e latticini nelle scuole ha avuto inizio già nel 1977, mentre il programma sulla frutta è stato introdotto nel 2007.
Le nuove regole alimentari dettate dalla Commissione Agricoltura, quindi, hanno il duplice scopo di servire cibi più sani nelle mense scolastiche, facendo attenzione al km zero, alla stagionalità di frutta e verdura (il cui consumo è in calo tra i cittadini europei), e a educare i bambini alle buone abitudini alimentari.
In particolare, la UE ha puntato l’attenzione sul fatto di ampliare l’elenco dei prodotti alimentari che possono ottenere finanziamenti, includendo anche prodotti lattiero-caseari locali come il latte, lo yogurt, formaggi e latticini (purché non aromatizzati e senza frutta, noci o cacao aggiunti). Inoltre, andrebbe destinato circa il 15% dei finanziamenti che gli Stati Membri ricevono per le attività didattiche alla promozione di un’alimentazione sana al 100%, con visite alle aziende agricole e assaggi di prodotti locali. Infine, si dovrebbe pensare a una più equa distribuzione dei fondi europei tra i Paesi membri.
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