In estate, con il caldo torrido e l’afa asfissiante si beve più acqua. Questo sembra essere uno dei lati positivi della stagione più calda dell’anno. Tutti l’hanno sempre detto: bere molto fa bene perché il nostro corpo è composto per il 60% (e per il 77% nei neonati) da acqua e va tenuto idratato, ma…attenzione! Avete mai sentito parlare di iperidratazione?
Con questo termine si intendono i rischi legati al bere troppa acqua, soprattutto quando si fa sport. I sintomi dell’iponatremia sono dapprima lievi pensieri annebbiati, nausea e mal di testa. Quelli più gravi, invece, sono: confusione, convulsioni e coma, fino, nei casi più gravi, alla morte.
16 esperti, provenienti da 4 Paesi diversi, hanno stilato le nuove linee guida internazionali per proteggere l’organismo dall’introduzione di una quantità eccessiva di acqua, in particolare durante gli allenamenti sportivi.
Pubblicate sulla rivista Clinical Journal of Sport Medicine, tali linee guida chiariscono come l’iperidratazione possa essere dannosa alla salute. Tra le prime conseguenze del bere troppa acqua c’è l’iponatremia, cioè una bassa concentrazione di sodio nel plasma causata dalla dose eccessiva di acqua introdotta nel corpo.
Alla base dell’iperidratazione c’è la falsa convinzione che essa migliori le prestazioni e prevenga la disidratazione. Gli studi e le ricerche, però, hanno messo in luce come l’eventuale disidratazione non possa compromettere le prestazioni sportive. Bisogna prestare molta attenzione, quindi, a quanto beviamo, soprattutto quando gli sforzi fisici sono più intensi, come durante le attività sportive, gli allenamenti o le gare.
Allora che fare? Come capire quando è il caso di “smettere di bere”? Gli esperti consigliano di lasciarsi guidare dal proprio corpo, bevendo quando esso ci suggerisce, o comunque seguendo il buon senso. Per verificare lo stato di idratazione del nostro corpo, poi, basta pizzicare un braccio e vedere in quanto tempo la pelle torna ad essere ben tesa.
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