Basta un secondo di distrazione e… ti giri e il bambino non c’è più. Il bambino si è perso in spiaggia. Il terrore più nero dipinge il volto delle mamme incredule che, scioccate, continuano a ripetersi che “fino a un minuto fa era lì a fare castelli con il suo amichetto”, “mi sono voltata a prendere la crema e non c’era più”,… Perdere di vista per un attimo il proprio figlio non è negligenza e neppure un sintomo che bolla una madre come pessima: è solo una cosa che può capitare a tutti, e che pertanto dobbiamo gestire nel migliore dei modi.
Tanto per cominciare, giochiamo d’anticipo: a casa possiamo preparare un biglietto contenente le informazioni utili per farci rintracciare (il nostro nome e quello del bambino, il numero di telefono) e applicarlo a un braccialetto o in una capsula da far portare al collo o al polso al bambino in spiaggia. Se si è perso in spiaggia, chi lo trova saprà come comunicare con noi.
Se abbiamo figli più grandicelli, oltre a spiegargli ben bene che non ci si allontana senza autorizzazione di mamma e papà, insegniamogli a trovare dei punti di riferimento per tornare alla “base” qualora si perda: il numero dell’ombrellone, la nostra posizione rispetto al chiosco del bar, meglio ancora se impara a memoria il nostro numero di cellulare.
Altra indicazione fondamentale è spiegargli che – per qualunque cosa – deve rivolgersi al bagnino: se il bambino si è perso in spiaggia, deve cercare il bagnino (che riconoscerà grazie ai suoi segni distintivi, ad esempio il colore della canotta) e comunicargli il suo nome e cognome. Se la spiaggia è equipaggiata, dovrebbe essere data una comunicazione via altoparlante e, in breve, l’incubo finirà.
Dal momento in cui non troviamo il bambino, cerchiamo di mantenere la calma (anche se non è certo facile) e chiediamo alle altre mamme se lo hanno visto o, comunque, dove sono i loro figli: magari si è semplicemente spostato per continuare a giocare con i suoi amichetti. Una volta accertato che nei paraggi non c’è, diamo comunicazione al bagnino, fornendo quante più indicazioni utili a identificarlo (colore del costume e del cappellino, se aveva gli occhiali da sole, …).
Una volta ritrovato il bambino, dopo l’abbraccio liberatorio, più che sgridarlo spieghiamogli la gravità del gesto e quali conseguenze avrebbe potuto avere: dopo di che, andiamo a prendere un gelato insieme che ne avremo davvero bisogno, tutti e due!
Il video della settimana
A mi prende un coplo
Mare,montagna,città….ti si ferma il cuore,comunque!
Io MUORO se mi succede una cosa del genere!!!!!!! Comunque con i miei due piccoli di 5 e 3 anni al mare usiamo la tecnica del bar: andate diretti e chiedete subito di essere portati da mamma e papà.
Saremmo in due a lasciarci le penne in situazioni del genere!!