Le scuole a pieno regime e le temperature bassine sono i due ingredienti principali per iniziare la giornata imbottigliati nel traffico; purtroppo, non sono certo pochi gli italiani che – tutti i giorni – trascorrono mezz’ora in macchina per percorrere i pochi chilometri che li dividono dal loro lavoro.
Quante volte, bloccati in coda, abbiamo guardato sognanti il pedone che ci ha superato ed è arrivato a destinazione prima di noi o abbiamo invidiato il ciclista che, con tre colpi di pedale, ha scavalcato una coda chilometrica?
Beh, se finora non abbiamo trovato le motivazioni adatte per scendere dall’auto e recarci al lavoro in maniera più salutare ed ecologica, ecco che l’introduzione del “bike to work” potrebbe sicuramente far propendere l’ago della bilancia verso le due ruote.
Bike to work: e ci guadagna anche il portafoglio!
La buona notizia è che il bike to work sta arrivando anche in Italia: lanciato in Francia qualche tempo fa, prevede il rimborso di 25 centesimi a chilometro per chi si reca al lavoro in bicicletta.
Massarosa, comune in provincia di Lucca, a giorni dovrebbe lanciare un bando per avviare un progetto sperimentale con 50 ciclisti lavoratori: il comune è da sempre attento alle tematiche di mobilità dolce e, dopo aver creato ZTL e piste ciclabili, ora sta mettendo a punto una app che rilevi gli spostamenti quotidiani di quanti saranno inclusi nel progetto.
A fine mese, per loro un rimborso di 25 centesimi per ogni chilometro.
Che utilizzare la bicicletta sia un’attività sana e salutare nessuno lo mette in dubbio e a prescindere dall’incentivo economico andrebbe praticata con regolarità; tuttavia, ammettiamolo, che una piccola motivazione di carattere monetario non dispiace mai… speriamo, dunque, che l’iniziativa di Massarosa venga presto seguita e imitata da numerosi altri comuni di modo che il bike to work possa diventare una consolidata esperienza su tutto il territorio nazionale.
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