Un momento che fa sentire tutti sotto esame, tanto i bambini quanto i genitori: stiamo parlando della consegna della pagella, spesso temuta, odiata e vissuta con un carico d’ansia che non giova a nessuno e che faremmo bene a evitarci.
Ma allora come interpretare la pagella e come comportarsi davanti a eventuali brutti voti? Ecco alcuni consigli per trasformare questo momento nell’occasione per avviare un dialogo costruttivo con i propri figli, lontano da inutili punizioni.
1. Un voto agli obiettivi, non al valore
Innanzitutto consideriamo la pagella nella funzione per cui nasce, cioè esprimere una valutazione sugli obiettivi di apprendimento scolastico raggiunti dallo studente. Sembra banale, ma è importante ricordarsi che i voti non giudicano una persona e il suo valore, ma solo le performance nell’ottenimento di un risultato.
In altri termini, un brutto voto non significa certo che vostro figlio è meno intelligente degli altri, quindi non mortificatelo.
Inoltre, è bene non considerare la pagella un fallimento definitivo: evitiamo frasi del tipo “come al solito” o “finisce sempre così” perché fissano una situazione che è invece transitoria. È importante dialogare e capire cosa sia andato storto, piuttosto che reagire con indifferenza o punizioni.
L’atteggiamento migliore per affrontare le pagelle è quello propositivo. La pagella è ormai un dato di fatto e la severità non è efficace. Arrabbiarsi, minacciare o sminuire lo studente non stimola il progresso e può essere dannoso. Approcciarsi con una disposizione costruttiva aiuta a creare una relazione positiva e a ottenere risultati migliori.
2. Capire le cause di un brutto voto
I cattivi risultati a scuola possono dipendere da molti fattori, fra cui la difficoltà del bambino di organizzare lo studio e la mancanza di un corretto metodo di apprendimento.
Non secondarie anche le cause “ambientali”, fra cui le difficoltà ad ambientarsi in un nuovo contesto e a interagire con i compagni, fino a possibili tensioni in famiglia.
Dietro ogni brutto voto c’è una storia diversa: apritevi al dialogo, cercando di capire qual è la difficoltà di vostro figlio e trovando insieme a lui (e insieme alle insegnanti) una soluzione.
I momenti di ribellione o smarrimento fanno inoltre parte della crescita. Una bocciatura può diventare un’opportunità per rimettersi in discussione e ripartire. Dialogo e supporto sono fondamentali. Se la pagella è negativa, è importante offrire sostegno e cercare soluzioni, come l’aiuto esterno per le materie difficili. Il vero problema si pone solo se non si riesce a ripartire, indicando qualcosa di più profondo.
3. No ai confronti
Se ogni bambino è un universo a sé, fare confronti con chi va meglio di lui a scuola non serve a nulla, anzi, compromette solo la sua autostima.
Cercate invece di incoraggiare il piccolo a migliorarsi, individuate i suoi talenti e aiutatelo a valorizzarli, insegnandoli che i buoni risultati (a scuola e non) sono frutto di un impegno costante.
4. È giusto premiare una buona pagella?
Il sistema di premi e ricompense non è sempre efficiente. Se è stato adottato durante l’anno, è difficile uscire poi da questa logica. Premiare è accettabile, ma l’importante è non punire. L’obiettivo è sempre quello di mantenere un approccio costruttivo e di supporto, indipendentemente dai risultati.
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