Oggi 27 gennaio, Giornata della memoria, come mamme non possiamo non ricordare i bambini annullati dalla follia tedesca durante la seconda guerra mondiale. Bambini di ogni nazionalità ed etnia, di ogni religione. Bambini ebrei tedeschi, ebrei polacchi, ebrei italiani. Bambini rom e figli di partigiani. Bambini tedeschi di pura razza ariani ma con handicap.
Dal ghetto di Roma partirono 288 bambini, di ogni età.
Ne tornò 1.
Luciana Pacifici aveva 8 mesi ed era di Napoli. Ad un’età in cui noi non portiamo nemmeno a spasso i nostri figli se fa freddo, lei fu catturata a Lucca dai Repubblichini (ma voi continuate pure a postare le foto di Mussolini salvatore della patria) e deportata ad Auschwitz insieme alla famiglia.
I fascisti avevano chiesto soldi, per liberarli, ma quelli offerti non furono abbastanza. Luciana non vedrà mai il famigerato cancello con la scritta il lavoro rende liberi, perché morirà di fame e di sete durante il viaggio, come tanti altri bambini. E se anche fosse arrivata, sarebbe stata immediatamente avviata alla camera a gas, perché i neonati erano solo bocche inutili da sfamare.
I bambini potevano sopravvivere solo se i prigionieri riuscivano a nasconderne l’esistenza. Quelli un po’ più grandi, venivano usati per gli esperimenti. Gli adolescenti erano messi ai lavori forzati. Morirono circa un milione e mezzo i bambini: quelli che in Italia nascono in tre anni.
Per non dimenticare, a Luciana Pacifici, simbolo di tanti bambini italiani di religione ebraica morti durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata intitolata una strada a Napoli, che prima portava il nome di Gaetano Azzariti: il presidente del Tribunale della Razza istituito dal Fascismo dopo l’emanazione delle leggi razziali.
E parliamone anche noi, con i nostri figli, e spieghiamo che dove l’odio prende il sopravvento, non c’è più speranza per nessuno: nemmeno per i bambini.
27 gennaio, Giornata della Memoria: io non dimentico.
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