Fa rabbrividire la storia della ragazzina indiana di appena tredici anni che, dopo essere stata stuprata brutalmente da un proprio coetaneo, una volta ricoverata nel nosocomio di zona nello stato del Jharkhanda, invece di essere soccorsa, curata e confortata, ha subito un’ulteriore violenza da parte di un addetto alla sicurezza.
Una tredicenne indiana è stata portata dalla propria madre presso il Mahatma Gandhi Medical College and Hospital per ricevere le cure necessarie dopo la violenza sessuale subita da un ragazzo della sua stessa età.
Ma, una volta entrata nella struttura sanitaria, un altro terribile incubo la attendeva: un vigilante dell’ospedale, infatti, dopo aver accompagnato la giovane in bagno, allontanando con una scusa sua madre, ha abusato di lei senza la minima pietà. L’uomo, che si chiama Shambhu Mahato, è stato arrestato dalla polizia insieme a un gruppo di suoi colleghi, i quali avrebbero tentato di coprire il malfatto.
Per fortuna in India, negli ultimi tempi, il movimento “No Rape” sta tentando di sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo sul gravissimo problema della violenza ai danni delle donne, affinché si trovino le soluzioni più adatte per contrastarla, come, ad esempio, l’istituzione di pene più severe e di maggiori controlli.
Per comprendere la portata dei questo terribile fenomeno è sufficiente sapere che nel 2014 solo nella città di Delhi si sono registrati bel 1400 stupri.
Il video della settimana
E’ inutile le donne veranno sempre VIOLENTATE e UCCISE da Uomini maschilisti ke’ non vogliono perdere il loro potere di MASCHIO…….aggiungo COGLIONE….!!!
L’unico provvedimento possibile è l’educazione, diffusa e sentita, oltre che fatta rispettare.
Semplicemente uccidere chi commette certe azioni. Servirebbe da deterrente e allo stesso tempo libereremmo il mondo da gente simile.